KLAUS DODDS

Il primo libro
di geopolitica

Klaus Dodds, Il primo libro di geopolitica, Einaudi

 

Come introduzione alla geopolitica, nell’ambito della serie «primi libri» della collana Pbe Mappe dell’Editore Einaudi, è stato scelto il lavoro dell’inglese Klaus Dodds, Il primo libro di geopolitica.

Il libro del professore inglese, uscito in edizione originale nel 2019, è arricchito da una prefazione scritta dall’autore per l’edizione italiana che, oltre a dare conto della rilevanza geopolitica dell’invasione russa dell’Ucraina del febbraio 2022, ricostruisce l’approccio alla materia dei geografi italiani del passato e fa il punto sul ruolo che la geopolitica riveste nel dibattito contemporaneo nel nostro paese.

La rivista Geopolitica 1939-1942

La copertina della rivista Geopolitica (1939-1942) curata da Ernesto Massi e Giorgio RolettoNegli anni Venti e Trenta del secolo scorso, valenti geografi italiani si confrontarono con i colleghi europei, soprattutto tedeschi, sul concetto di geopolitica e sulla sua strutturazione come materia di studio.

Nel 1939 fu lanciata a Trieste per iniziativa di Ernesto Massi e Giorgio Roletto la rivista Geopolitica che proseguirà le sue pubblicazioni in piena guerra mondiale fino al 1942.

Al primo numero partecipò con alcune osservazioni introduttive il ministro dell’Istruzione Giuseppe Bottai, sottolineando come una geopolitica italiana dovesse diventare parte integrante dell’educazione pubblica.

Secondo Giuseppe Bottai i cittadini italiani avrebbero dovuto coltivare una certa consapevolezza geografica e politica circa il ruolo dell’Italia nell’ordinamento internazionale, con particolare attenzione al bacino del Mediterraneo e agli interessi dell’Italia in Nord Africa.

Dopo il 1945 la Geopolitica scomparve per molti decenni dai circoli accademici e dalle università italiane. Nel nostro paese, così come in Europa e negli Stati Uniti, la disciplina accademica finì ostracizzata in quanto considerata contaminata dai legami con gli sconfitti paesi dell’Asse.

Il rilievo di Karl Haushofer

Il padre della geopolitica tedesca Karl HaushoferIn particolare, le riviste americane di divulgazione come Reader’s Digest accusavano fin dal 1941 il guru tedesco della geopolitica Karl Haushofer di essere l’ispiratore «dei piani di Hitler per il dominio del mondo».

La posizione di Karl Haushofer come quella di tutti gli intellettuali e i tedeschi influenti, oltre all’obbligo della compitazione di un questionario, fu sottoposta ad interrogatorio. Così come lo scrittore Ernst Jünger, il filosofo Martin Heidegger, il politologo Carl Schmitt, — autore fra l’altro del pregevole volumetto di geopolitica Terra e Mare , o il grande direttore d’orchestra Wilhelm Furtwängler (la cui vicenda è ben raccontata nel film A torto o a ragione del 2001) anche Haushofer fu costretto a spiegare e a difendere le sue idee dinanzi ad un inquisitore statunitense.

Ad interrogato fu un colonnello e accademico americano Edmund Walsh che stabilì che il padre della geopolitica tedesca non dovesse essere accusato di crimini di guerra.

«Haushofer si preoccupava soprattutto delle relazioni tra il territorio e lo Stato organico — spiega Klaus Dodds — mentre Hitler poneva un’enfasi molto maggiore sul ruolo del popolo nel determinare il corso della storia e della geografia». In altre parole, l’ossessione del Führer per la razza e il suo odio per gli ebrei non vennero in alcun modo ispirati dagli scritti dello studioso bavarese.

Il ritorno della geopolitica

Dopo un lungo periodo durante il quale gli studiosi evitavano perfino l’uso del termine, tra la fine degli anni Settanta e gli inizi degli anni Ottanta la geopolitica tornò a essere un termine utilizzato per indicare le rivalità tra grandi potenze, per sottolineare l’importanza del perseguimento degli interessi di una nazione sullo scenario mondiale, per identificare e valutare le connessioni e le relazioni principalmente geografiche, oltre che economiche e politiche.

In Italia è stata la rivista Limes, fondata nel 1993 da Lucio Caracciolo, a suscitare in una nuova generazione di lettori l’interesse per la geopolitica.

Geopolitica o geopolitiche

Secondo Klaus Dodds alla geopolitica classica vanno affiancate una geopolitica critica e una geopolitica popolare

Dopo aver ricostruito la genesi, la crisi e la rinascita della geopolitica Dodds, allarga il perimetro della sua analisi contemplando l’esistenza di più geopolitiche.

Alla geopolitica classica affianca così una geopolitica critica e una geopolitica popolare i cui termini vengono declinati nel libro.

Molto interessante sono i paragrafi nei quali l’autore illustra come l’industria cinematografica hollywoodiana sia stata partecipe della narrazione Usa sui nemici esterni e la sicurezza nazionale e come tale partecipazione sia stata successivamente estesa alle serie televisive.

Abbiamo preferito il termine «narrazione» al termine «geopolitica» per sottolineare che nella seconda parte del libro quasi ogni aspetto della politica, delle identità nazionali o regionali, delle idee sulla vita e sul mondo (fino alle mappe, agli oggetti iconici e ai giocattoli) viene ricondotto o classificato come geopolitica.

Tuttavia ciò avviene a detrimento della geopolitica classica ma non certo dell’interesse del lettore per il libro di Dodds.

Vincenzo Fratta

 

 

 

 

Klaus Dodds
Il primo libro di geopolitica
Einaudi, pp.173

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