MASSIMILIANO DI PASQUALE

Ucraina
Terra di Confine

Massimiliano Di Pasquale, Ucraina terra di confine, Gaspari editore. Il Lavra, il Dmipro e i nuovi quartieri di Kiyv

 

Dopo l’inizio il 24 febbraio dell’invasione russa, sono via via arrivati in libreria decine di instant book sull’Ucraina. Sono testi di valore disuguale prevalentemente centrati sul tema della guerra. Ben ha fatto quindi l’editore Gaspari a riproporre il lavoro di Massimiliano Di Pasquale Ucraina terra di confine, la cui prima edizione è del 2012.

Kiyv, Festa della Trasfigurazione, agosto 2016 (foto V.F.)La maggior parte dei nuovi libri incentrati sull’Ucraina poco aggiungono ai pochi lavori preesistenti in grado di spiegare chiaramente la storia del Paese, i suoi rapporti con Mosca, la successione degli eventi che hanno portato dall’indipendenza nel 1991 fino all’anno cruciale 2014.

Il libro di Massimiliano Di Pasquale costituisce invece un unicum. Si tratta di un diario dei viaggi alla scoperta del territorio e della cultura ucraina, effettuati dall’autore nel corso degli anni, che ci permette di comprendere meglio la realtà di quel paese oggi martoriato.

I servizi degli inviati delle reti televisive italiane ci hanno mostrato gli edifici distrutti dai missili, i civili uccisi per le strade dai soldati del Cremlino e i loro corpi gettati nelle fosse comuni. E i reportage dei giornalisti dei quotidiani ci stanno raccontato la cronaca di questi terribili mesi.

Abbiamo così cominciato ad apprendere i nomi delle città e delle località dell’Ucraina, sconosciute fino ad allora alla maggior parte degli italiani. E ciò è avvenuto nel peggiore dei modi, assistendo alla distruzione di edifici pubblici e abitazioni private e alle sofferenze dei loro abitanti.

Ma sappiamo poco o nulla di quelle città, della vita delle loro popolazioni, dei loro monumenti, degli scrittori e degli artisti che vi sono nati o che hanno tratto ispirazione per i loro capolavori.

Ucraina terra di confine contribuisce a colmare questa lacuna, guidandoci alla scoperta della cultura, dell’arte e della storia delle sue città e delle sue regioni.

Sono trentadue le località visitate dall’autore, viaggiando con i mezzi di trasporto locali, parlando con gli abitanti, visitando chiese e musei, percorrendo luoghi storici e approfondendo autori e testi. Lasciando ai lettori il piacere di scoprirle e approfondirle tutte ci limitiamo a citarne qualcuna.

La Città Alta di Kiyv

In una foto d'epoca la Andriyivsky Uzviz con in cima la Chiesa di Sant'AndreaTra le tante bellezze di Kiyv – questo il nome ucraino della capitale –, Di Pasquale ci immerge nelle atmosfere della Citta Alta descritta da Mikhail Bulgakov nel romanzo «La guardia bianca», ambientato durante le prime invasioni dell’Armata Rossa tra il 1918 e il 1920.

L’autore ci ricorda il contributo degli artisti italiani, come l’architetto Bortolomeo Rastrelli, realizzatore della splendida basilica posta in cima alla Andriyivsky Uzviz, la discesa intorno alla quale si è sviluppata la Montmartre di Kiyv.

Sempre nella Citta Alta ci guida nella Basilica di Santa Sofia eretta del 1037, nel Pečerska Lavra uno dei più importanti centri monastici ortodossi e nel vicino Museo dell’Holodomor, con la statua della bambina con le spighe di grano, che ci richiama alla memoria lo sterminio per fame di milioni di contadini ucraini ordinato da Stalin nel 1932.

L’isola dei Cosacchi

Ricostruzione turistica della Sich dei Cosacchi a ZaphorizhzhhyaDi Zaphorizhzhhya, la località che fa tremare il mondo per l’occupazione russa che mette a rischio una centrale nucleare, scopriamo che nel XVI secolo era la patria dei Cosacchi.

Si tratta prima entità statale ucraina, descritta da Nikolai Gogol nel suo romanzo Taras Bulba. Il cuore della loro comunità militare, la Sich, sorgeva sull’isola di Khortytsya situata al centro del fiume Dnipro. Nel 1775 fu fatta distruggere dalla zarina Caterina la Grande.

La Galizia e Leopoli

La tomba dello scrittore Ivan Franko nel cimitero di Lychakivsky a Leopoli (foto V.F.)Nella Galizia, la regione ucraina più a ovest un tempo parte dell’Impero Asburgico, c’è la città dai molti nomi: Lviv in ucraino, Lemberg in tedesco, Leopoli in italiano, Lwów in polacco e Lvov in russo.

Lviv è una città tipicamente mitteleuropea che ha resistito a cinquant’anni di architettura sovietica senza perdere la sua bellezza. È la patria del nazionalismo ucraino, nel quale i fermenti culturali di fine Ottocento si trasformarono in azione politica, al punto di far guadagnare alla Galizia l’appellativo di «Piemonte dell’Ucraina».

Uno di questi intellettuali, Ivan Franco, è sepolto nel cimitero monumentale di Lychakivsky, «considerato – scrive Di Pasquale – il Peré Lachaise dell’Europa Orientale per via di un’allure gotica e di una folta vegetazione simile a quella che ricopre il camposanto parigino».

Originario di Lvyv era anche Leopold von Sacher-Masoch. Prima di Venere in pelliccia, il romanzo che gli è valso la sua ambigua fama, lo scrittore aveva pubblicato i pregevoli Racconti di Galizia, una sorta di guida sentimentale della sua terra di origine.

Dopo la Galizia, sempre nell’Occidente del Paese, Massimiliano Di Pasquale attraversa la Volinia, la Bucovina e i Carpazzi. Su quei monti vive l’antica minoranza degli Hutsul e sopravvive la memoria del leggendario avventuriero Oleksa Dovbush, soprannominato «il Robin Hood dei Carpazi».

Luhansk, Donetsk e la Crimea

Dopo i resoconti dei viaggi nelle regioni centrali del Paese, da Chornobil a Poltava, da Chernihiv ad Ulm, da Cherkasy a Kaniv, da Dnipropetrovsk fino a Vylkovo, Massimiliano Di Pasquale dedica diversi capitoli ai territori annessi od occupati dai russi, la Crimea e le regioni di Luhansk e Donetsk.

Oltre alle vicende storiche, economiche e culturali, sono di grande interesse alla luce di quanto sta avvenendo dopo l’occupazione russa, i colloqui, le interviste e i rapporti umani istaurati dall’autore con gli abitanti di quelle terre.

Karkhiv e Odessa

Un capitolo è dedicato a Karkhiv, seconda città del Paese oggetto anch’essa del tentativo di occupazione da parte dei russi. E un altro ad Odessa, la città multiculturale sul Mar Nero, descritta nelle opere di Isaak Babel e Mark Twain.

La bellezza delle sue donne – ricorda Di Pasquale – affascinò nell’Ottocento lo scrittore Aleksandr Pushkin mentre un secolo dopo ad apprezzarle era il trasvolatore Italo Balbo.

Nella nuova edizione di Ucraina terra di confine, Massimiliano Di Pasquale ha aggiunto tre nuove località e un nuovo capitolo dedicato all’attualità dell’invasione russa.

La Dezinformatsiya di Mosca

Qui l’autore smonta efficacemente i luoghi comuni diffusi in Occidente dalla propaganda russa sulla presunta «inesistenza» di un’Ucraina distinta e indipendente da Mosca sia come popolo sia come nazione. Altrettanto puntualmente ricostruisce i passaggi storici che hanno portato alla rivolta di Euromaidan del novembre 2013 e alla successiva fuga del presidente filorusso Yanukovych.

A questi eventi che segnavano senza più margini di oscillazione il distacco del popolo ucraino dalla Russia, Wladimir Putin rispose con l’occupazione della Crimea e l’offensiva separatista nel Luhansk e Donetsk.

Convince meno l’ultimo capitolo del libro nel quale l’autore cerca di spiegare «la natura del putinismo». Eppure è di tutta evidenza che il regime autocratico russo è un aggiornamento diretto di quello sovietico.

A mio avviso se proprio si vuole paragonare Putin ad un personaggio della storia passata, l’unico accostamento corretto è a Stalin. Dezinformatsiya, metodi, crudeltà, così come obiettivi e determinazione di Putin sono quelli del dittatore georgiano.

Emblematica è anche la provenienza del presidente russo dal Kgb, vero e proprio anello di congiunzione tra i due regimi.

Ogni altro accostamento è una forzatura, una resa al conformismo, un rinunciare a denunciare a voce alta la continuità tra i regimi Russo e Sovietico.

Vincenzo Fratta

 

 

 

Massimiliano Di Pasquale
Ucraina terra di confine
Gaspari, pp.287

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