FLAVIO DE MARCO

Mistica e Tradizione
nell’opera di Franco Battiato

Flavio De Marco, Centro di gravità permanente. Mistica e Tradizione nell’opera di Franco Battiato, Passaggio al Bosco

 

«Mistica e tradizione nell’opera musicale di Franco Battiato», recita il sottotitolo del libro di Flavio De Marco, Centro di gravità permanente, edito da Passaggio al Bosco, chiarendo subito il taglio scelto per analizzare l’opera del grande cantautore siciliano scomparso nel 2021.

Franco BattiatoNel precedete lavoro su Franco Battiato che abbiamo avuto il piacere di leggere e recensire, il musicista Roberto Tardito ripercorreva l’intera vasta produzione discografica, dava conto dell’attività concertistica, delle opere e della produzione cinematografica, per poi commentare i testi delle sue canzoni, raggruppati per aree tematiche.

Il giornalista, studioso di musicologia e teatro filosofico, Flavio De Marco si concentra invece sui testi delle canzoni del genio siciliano chiarendone il significato, i richiami e i collegamenti con testi tradizionali, filosofici e religiosi.

George I. Gurdjieff e René Guénon

Che significa l’auspicio del ritorno dell’«era del cinghiale bianco»? Che cosa si intende per «Centro di gravità permanente»? Chi è mr. Tamburino e qual è il ponte sul quale «sventola bandiera bianca»? E chi sono Gurdjieff e René Guénon, ai quali molti pezzi di Battiato si ispirano?

La lettura di Centro di gravità permanente fornisce una risposta a questi interrogativi e ci fa comprendere quali e quanto numerosi siano i rimandi a filosofi, musicisti, scrittori contenuti nei versi dell’autore del «Re del Mondo»?

Il periodo che va da L’era del cinghiale bianco (1979) a Caffè de la paix (1993) ― passando per Patriots (1980), La voce del padrone (1981), Arca di Noè (1982), Orizzonti perduti (1983), Mondi lontanissimi (1985), Fisiognomica (1988), Come un cammello in grondaia (1991) ― è quello nel quale la profondità dei testi di Battiato si fonde con la bellezza delle musiche decretando un successo di pubblico straordinario. Al punto che il solo album La voce del padrone supera il milione di copie vendute.

La collaborazione con Manlio Sgalambro

Il cantautore Franco Battiato (1945-2021) con il filosofo Manlio Sgalambro (1924-2014)Con L’ombrello e la macchina da cucire del 1995, inizia la lunga collaborazione del cantautore siciliano con il filosofo Manlio Sgalambro, la cui ricerca interiore differisce da quella di Battiato.

«Sgalambro ― spiega Flavio del Marco ― sceglie la canzone come medium per trasferire in musica la sua visione del mondo. È una scelta d’élite che si sposta dal piano ascetico e mistico a quello speculativo e filosofico.

Si sente la differenza, assai marcata, della produzione studiata del filosofo Sgalambro con la portata a-sistematica ma ben ferma verso la sua direzione che traspare nei testi frutto del percorso interiore di Franco Battiato». E anche il gradimento del pubblico ne risente.

Nella collaborazione con Sgalambro spicca tuttavia una perla di valore assoluto che è il brano La cura, contenuto nell’album L’imboscata del 1996.

Mentre rileggiamo i testi delle canzoni riportate ne il Centro di gravità permanente di Flavio De Marco oltre che approfondire il significato di alcuni brani, comprenderne l’origine e la loro collocazione nel percorso interiore di Battiato, ci prende un «desiderio irresistibile» di ascoltare ancora una volta i suoi pezzi.

Alziamo il volume dello stereo per trovarci a passeggiare sulla Prospettiva Nevskij, a perderci nell’incantesimo di un sentimento nuevo, ad immaginarci i danzatori sufi «che girano sulle spine dorsali», fino a lanciare la nostra Lode all’Inviolato, illudendoci di riuscire un giorno a raggiungere l’«Uno al di sopra del Bene e del Male».

Vincenzo Fratta

 

 

Flavio De Marco, Centro di gravità permanente. Mistica e Tradizione nell’opera di Franco Battiato, Passaggio al BoscoFlavio De Marco
Centro di gravità permanente
Passaggio al Bosco, pp.204

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