F. BORGONOVO, CONSERVARE L’ANIMA

Un manuale
per aspiranti Patrioti

Francesco Borgonovo, Conservare l'anima, Lindau

 

Nell’attuale società globalizzata dove ogni limite, ogni confine, ogni legame con il passato sono considerati degli ostacoli al libero consumo che il mercato induce negli individui isolati nel loro narcisismo, è ancora possibile opporsi al pensiero dominante? A questo non facile interrogativo si propone di rispondere Francesco Borgonovo con il saggio Conservare l’anima. Manuale per aspiranti patrioti, edito da Lindau.

Francesco Borgonovo, Conservare l'anima, LindauGiornalista e scrittore, vicedirettore del quotidiano «La Verità», Francesco Borgonovo è convinto che si può mantenere viva l’anima del popolo italiano difendendo i tre punti di riferimento Dio, Patria e Famiglia – che «diversamente nominati – scrive Marcello Veneziani nella prefazione a Conservare l’anima – riguardano il rapporto con il cielo, con la terra e con la casa, i legami primari della nostra vita».

Nel libro è ben spiegato come a partire dall’Illuminismo si sia diffusa l’idea che tutti i valori fossero «costruzioni sociali arbitrarie», edificate per lo più al fine di opprimere una determinata categoria di persone.

Tra politicamente corretto e cancel culture

Per il liberalismo la famiglia e lo Stato (Patria o Nazione) non sono «società naturali» ma convenzioni derivate dal cosiddetto «contratto sociale», considerato unico presupposto del vivere civile.

La volontà del singolo individuo diventa così la misura di tutte le cose, trasformando l’uomo in un atomo sciolto dai legami sia della piccola comunità (la Famiglia) sia dalla grande comunità (la Patria).

Al giorno d’oggi l’ideologia liberal, le cui punte avanzate sono il «politicamente corretto» e la cancel culture, può essere efficacemente definita come «la fusione perversa di capitalismo sfrenato e fissazione progressista per i diritti». Il peggio del liberalismo intrecciato al peggio del comunismo, sottolinea Borgonovo.

Molte ed autorevoli sono le voci contrarie a questa deriva materialistica che ci possono aiutare a Conservare l’anima. Sono autori di epoche e di orientamenti molto diversi nei quali si può individuare un filo conduttore comune.

Tra quelli citati da Borgonovo abbiamo scelto due brani significativi di personalità molto lontane fra loro: San Giovanni Paolo II, che si sofferma sullo stretto legale che unisce famiglia e nazione, e lo scrittore francese Dominique Venner, che chiarisce il senso della Tradizione.

In difesa della Tradizione

«Padre – scrive Papa Wojtila – è colui che, insieme con la madre, dà la vita a un nuovo essere umano. Con questa generazione dal padre e dalla madre si connette il concetto di patrimonio, che sta sullo sfondo al termine patria. Il patrimonio e, in seguito, la patria sono dunque strettamente uniti dal punto di vista concettuale con il generale; ma anche il termine ‘nazione’ ha un suo rapporto, dal punto di vista etimologico, con il nascere».

«Ogni popolo – spiega Venner – è portatore d’una tradizione, d’un regno interiore, d’un mormorio dei tempi antichi e del futuro. La tradizione è l’espressione più alta è quasi divina di una grande comunità carnale e storica. Essa è il suo essere eterno. Essa fornisce i suoi principi, le sue verità permanenti, capaci di attraversare le fluttuazioni temporali. Essa affonda nella storia, ma è al di là e al di qua».

Ma le pagine di Borgonovo stimolano la riflessione non soltanto attraverso autori appartenenti da sempre al patrimonio della cultura di destra. Hanno il merito di introdurre il lettore agli studi e alle argomentazioni di pensatori «nuovi» come ad esempio François Bousquet, Frank Furedi, Han Byung-Chul, John J. Mearsheimer, Rod Dreher, Jean-Claude Michéa.

L’agile e interessante lettura di Conservare l’anima appare dunque convincente nel descrivere «che cosa» dobbiamo difendere e «da chi».

Resta però ancora da indagare il «come» difendersi, al di là di una disposizione individuale, affinché il punto di vista che ci piace chiamare «conservatore rivoluzionario» sia in grado di uscire da quella che Ernesto Galli della Loggia ha efficacemente definito l’«estromissione dal dibattito pubblico».

Vincenzo Fratta

 

 

 

Francesco Borgonovo
Conservare l’anima
Lindau, pp.159

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