LA STRANEZZA

Un fantasia sulla genesi
dei «Sei personaggi»

Il cast del film La Stranezza del regista Roberto Andò

 

La stranezza del regista Roberto Andò con Toni Servillo, Salvo Ficarra e Valentino Picone, arrivato in sala lo scorso 27 ottobre, dopo essere stato presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, è attualmente il film italiano più visto della stagione cinematografica.

Il regista Roberto Andò con gli interpreti de «La stranezza» Toni Servillo, Salvo Ficarra e Valentino PiconeMa com’è nato questo film così tanto apprezzato dal pubblico da riuscire a riempire le sale cinematografiche italiane da troppo tempo ormai vuote? Lo ha spiegato il regista Roberto Andò nel corso della conferenza stampa alla Festa del Cinema di Roma.

La stranezza nasce in primis dal desiderio di fare un film con Ficarra e Picone, «promessa che ci eravamo fatti da tempo e che abbiamo raccolto attraverso questo vecchio appunto che io avevo messo da parte e che poi abbiamo trasformato in questa fantasia sul retroscena da cui nasce l’opera teatrale Sei personaggi in cerca di autore» ha spiegato Andò.

«Ma il film nasce anche dalla voglia di immergere lo spettatore in una vicenda in cui s’incontrano un creatore come Pirandello, che sta per arrivare al suo culmine nel concepire un’opera rivoluzionaria, e il mondo popolare, incarnato da Ficarra e Picone, che gli consente di mettere a fuoco quello che vuole raccontare. E infine volevamo portare lo spettatore a riassaporare, dopo le reclusioni del covid, il piacere di ritrovare la vitalità rispetto all’atto creativo».

E possiamo dire che il regista è riuscito in tutto e per tutto nei suoi intenti con un film apprezzabile sotto tutti i punti di vista. Non solo per la sapiente regia capace di calibrare perfettamente dramma e comicità ma anche per il pensiero intelligente che c’è dietro la sceneggiatura, scritta a sei mani da Andò con Massimo Gaudioso e Ugo Cinti che unisce il colto con il popolare.

Al quale si aggiungono la bravura di tutti gli attori, dal primo all’ultimo, gli stupendi costumi e la perfezione delle scenografie che incorniciano il tutto.

Il ritorno al cinema nelle sale

Gli attori Valentino Picone, Toni Servillo e Salvo FicarraIl regista è riuscito nell’arduo intento di riportare il pubblico nelle sale cinematografiche italiane ormai in crisi da tempo, e non solo per le reclusioni del covid ma anche per la concorrenza delle piattaforme streaming. E lo ha fatto senza limitarsi a girare una pellicola che fa soltanto «ridere» per puntare unicamente a «sbancare il botteghino».

La stranezza riesce infatti nell’ardua impresa di bilanciare perfettamente dramma e comicità, affiancando ai comici tanto amati dal pubblico cinematografico italiano un sempre impeccabile Tony Servillo in un trio che funziona tanto quanto, a primo impatto, ne poteva sembrare alquanto improbabile l’accostamento.

«Sciascia – racconta Andò durante la conferenza stampa – diceva che Pirandello ha ricavato l’invenzione del suo teatro dal fluire contemporaneo di dramma e comicità che è un po’ la cifra stilistica dei luoghi in Sicilia». Ed il film è infatti un fluire continuo di dramma e comicità che viene dalla vita vera e genera l’atto creativo. Proprio come un’altra genesi che è raccontata dal film stesso, quella di un altro atto creativo rivoluzionario, l’opera teatrale Sei personaggi in cerca di autore.

Nel film Pirandello, prende ispirazione per i suoi personaggi dalla rappresentazione della compagnia amatoriale di Ficarra e Picone dove, per un evento imprevisto, finzione e realtà si mescolano e si fondono ed il pubblico dalla platea si mette a parlare animatamente con i personaggi sul palco.

E ciò concorda perfettamente con quanto lo scrittore siciliano Pirandello scrive nella prefazione al suo Sei personaggi in cerca d’autore: «Quale autore potrà mai dire come e perché un personaggio gli sia nato nella fantasia? Il mistero della creazione artistica è il mistero stesso della nascita naturale.

Può una donna, amando, desiderare di diventar madre; ma il desiderio da solo, per intenso che sia, non può bastare. (….) Così un artista, vivendo, accoglie in sé tanti germi della vita, e non può mai dire come e perché, a un certo momento, uno di questi germi vitali gli si inserisca nella fantasia per divenire anch’esso una creatura viva in un piano di vita superiore alla volubile esistenza quotidiana.

Posso soltanto dire che, senza sapere d’averli punto cercati, mi trovai davanti, vivi da poterli toccare, vivi da poterne udire perfino il respiro, quei sei personaggi che ora si vedono sulla scena».

Quella sera al Teatro Valle

La prima volta in cui questi Sei personaggi fecero il loro ingresso in una rappresentazione teatrale fu al Teatro Valle nel 1921. Furono fortemente contestati dal pubblico non abituato a vederseli in Platea… È così nel caos, tra fischi e insulti, i sei personaggi andarono via dal teatro Valle quella sera, insieme al loro tanto cercato autore, per entrare per sempre nella storia del teatro da lì a poco… così si conclude il film. Da quel caos si generò quello che è considerato uno dei capolavori del teatro del Novecento.

«La genesi per me che sono siciliano nasce dal desiderio di raccontare il caos che è parte della mia vita» ammette Andò. Ed alla domanda del perché alla fine del film c’è un ringraziamento per Leonardo Sciascia risponde: «Io ho scritto la sceneggiatura con Massimo Gaudioso e Ugo Cinti. E mi sono accorto, quando avevamo finito, che aveva veramente a che fare con qualcosa che da sempre è stato nei miei pensieri anche grazie a Leonardo Sciascia.

Mi è sembrato dunque giusto rendere omaggio a Leonardo che moltissimi anni fa quando ero ancora un ragazzo mi regalò una copia della bellissima biografia di Pirandello scritta da Gaspare Giudice. È stata per me molto illuminante e vi consiglio caldamente di leggere. E quindi… tutto torna alla fine».

Angela Alizzi

 

 

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