25 NOVEMBRE

Le donne
che parlano alla Luna

25 novembre Giornata contro la violenza sulle donne

 

Stasera nel cielo di Roma c’è una luna che riflette e fa riflettere. Non è una luna piena ma un grande spicchio di luna. Questa luna la stanno guardando con gli stessi occhi sia gli uomini sia le donne, adulti o bambini. In questo 25 novembre proclamato Giornata contro al violenza sulle donne, penso che a questo nostro satellite non gli importi niente di chi sia che la sta guardando ne fa differenza se i pensieri e le riflessioni che ascolta sono di uomini o di donne.

Il discrimine è solo tra i pensieri belli che ispirano il sorriso e i pensieri grigi che arrivano contorti e la luna li butta via perché di fatti brutti nell’universo se ne vedono già tanti.

Se siamo d’accordo sulla tesi che la bellezza dei pensieri che salgono alla luna prescindono dal genere di chi li produce allora vuol dire che siamo completamente tutti pazzi. Ma non poco, tanto. Perché è chiaro che se i pensieri sono uguali devono essere uguali anche le possibilità di sedersi a pensare ed a parlare con la luna.

In Italia, ed in altre tante nazioni, questa parità sul tempo da dedicare alla luna ancora non c’è. Anzi le cronache raccontano che ci sono ancora uomini che pensano sia inutile e pericoloso che le donne parlino alla luna perché c’è il rischio che dopo aver preso confidenza a parlare con il naso all’insù potrebbero, ad un cero punto, abbassare lo sguardo ed iniziare a parlare di ciò che vedono intorno a loro.

Imparare ad alzare la testa

E se alcune imparano ad alzare la testa ed a parlare c’è sempre il rischio che altre donne prendano coraggio ed alla fine i loro pensieri saranno talmente tanti che nessuno potrà imporre loro di parlare in silenzio, dentro di loro. No. A quel punto le donne diranno che si sono stufate di essere prese in giro.

Ma quale tassa sui tamponi. Praticamente oltre ad avergli imposto di accudire migliaia di generazioni di baby esseri umani, con i loro pianti, le poppate, le cacche e tutti gli annessi poco raccontabili, ora gli imponiamo ed aumentiamo anche una tassa sugli assorbenti, invece che regalarglieli.

Faranno bene a prendere il potere ed introdurre una tassa sul Viagra. Raddoppio del prezzo. L’Italia è il quarto mercato al mondo per vendite di prodotti farmaceutici per combattere la disfunzione erettile. I maschi italici non verranno meno ai loro indispensabili acquisti e così si risanerà parte del debito pubblico italiano.

E basta con questa storia che servono solo più asili. Gli asili devono essere incastonati nelle aziende. I bambini saranno gestiti alternativamente dai padri e dalle madri. La nonna chiederà al nipote: «dove vai all’asilo oggi?» e la risposta del nipote sarà: «vado in ufficio da papà, c’è un bellissimo corridoio lungo con le pareti bianche dove possiamo fare tutti i disegni che vogliamo».

Se non sarà cosi è inutile parlare di parità di genere. Se molti degli uomini lavorano e però il tasso di disoccupazione femminile rimane intorno al 50%, il modello culturale trasmesso alle nuove generazioni è che le donne, per colpa o per inerzia della società, hanno più difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro. Gli stiamo insegnando che la dignità delle donne è sacrificabile.

Non basta una Presidente del Consiglio accerchiata da uomini. Serve un Presidente del Consiglio di genere maschile accerchiato da ministri di genere femminile. Questa è la vera rivoluzione che farebbe bene alla nostra società.

Stefano Chirico

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