PER LA SPESA DI FRUTTA E VERDURA

Sacchetti biodegradabili
graditi al Pd

 

Dal primo gennaio, come ormai sapranno tutti gli italiani, è scattata la tassa sui sacchetti per la spesa di frutta e verdura nei supermercati. Il prezzo oscillerà fra 1 e 3 centesimi a busta, costituendo di fatto un’ulteriore spesa per le famiglie stimata tra i 15 e i 20 euro l’anno. I venditori hanno l’obbligo nel dotarsi delle buste biodegradabili, pena sanzioni molto pesanti, da un minimo di 2.500 euro a un massimo di 25.000. L’utilizzo stimato in Italia è di 2 miliardi di sacchetti l’anno, con un giro d’affari che oscillerebbe tra i 400 e i 600 milioni di euro l’anno.

Allo scatenarsi delle proteste dei consumatori per quello che appare un nuovo balzello, il Ministero della Salute da diffuso una nota in cui ribadisce che i sacchetti non sono riutilizzabili perché sussiste un rischio di eventuali contaminazioni, ma afferma di non essere contrario «al fatto che il cittadino possa portare i sacchetti da casa, a patto che siano monouso e idonei per gli alimenti». «Il riutilizzo dei sacchetti – ha affermato segretario generale del Ministero Giuseppe Ruocco – determinerebbe infatti il rischio di contaminazioni batteriche con situazioni problematiche». Il titolare dell’esercizio commerciale, ha aggiunto il segretario generale del ministero della Salute, «avrebbe ovviamente la facoltà di verificare l’idoneità dei sacchetti monouso introdotti».

Sotto accusa per come è stata recepita in Italia la direttiva europea n.720, che spinge a ridurre l’uso delle buste di plastica e a fare ricorso ai sacchetti biodegradabili, è il Partito Democratico, accusato di aver favorito la ditta Novamont, leader nel settore dei sacchetti bio, guidata da Catia Bastioli, presidente di Terna dal 2014, nominata dal governo dell’allora premier Matteo Renzi.

Il segretario del Pd cercando di parare le accuse ha scritto su Facebook che in Italia «ci sono circa 150 aziende che fabbricano sacchetti prodotti da materiale naturali e non da petrolio, con quattromila dipendenti e circa 350 milioni di fatturato».

Una smentita alle affermazioni dell’ex premier è venuta proprio dalla signora Bastioli che, intervistata dal Corriere della Sera è stata costretta ad ammettere che la Novamont ha brevettato il Mater B, con cui tutte le aziende italiane producono i sacchetti biodegradabili.

La guerra dei sacchetti, dunque, è appena cominciata…

Marco Scauro

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