Da oltre dieci anni non vi è alcun adeguamento pensionistico effettivo all’aumentato costo della vita per le pensioni dai 2.100 euro in su.
E stiamo parlando di cifra lorda, vale a dire che, al netto delle tasse, produce un importo di circa 1.500 euro mensili, non certo un reddito da privilegiati.
Ci troviamo dinanzi ad una situazione verosimilmente incostituzionale che colpisce, di fatto, il ceto medio vessato da una normativa iniqua e profondamente ingiusta che le forze sociali devono denunciare in ogni sede, magari arrivando sino alla Corte Costituzionale.
La perequazione per tutte le pensioni dovrebbe essere volta a recuperare l’inflazione che, negli ultimi anni, ha ridotto di almeno il 10% il potere di acquisto dei pensionati italiani, e deve rappresentare un diritto sacrosanto per chi ha lavorato una vita e versato contributi previdenziali proporzionati allo stipendio percepito.
Non è possibile subire una palese ingiustizia a danno dei più deboli, ossia anziani pensionati che, invece, meriterebbero rispetto per ciò che hanno prodotto nel mondo del lavoro.
Fabio Verelli