MINTURNO

Una terra di confine
e di briganti

Minturno, terra di confine e di briganti

 

Un celebre film degli anni ’50 con Amedeo Nazzari ricostruiva la storia di Michele Pezza, alias Fra’ Diavolo il brigante che imperversava tra i monti aurunci, dalla natia Itri al mare del Golfo di Gaeta. E le cui azioni contro l’esercito napoleonico a fine ‘700 arrivavano fino al borgo di Minturno.

Minturno, panoramica sul golfo di GaetaTra quelle valli si sente ancora l’eco di quel gruppo di uomini in armi che difendevano il regno borbonico, ma soprattutto difendevano la loro terra. E si sente l’eco di un luogo sempre su un limes che ha visto passare eserciti e guerre dalla notte dei tempi.

Minturno ha ancora un fascino antico, come borgo arroccato sul Golfo che guarda a Gaeta ed al suo castello ed alla statale Domiziana ed alle sue pinete.

La strage francese del 1799

La strage di Minturno perpetrata dai francesi nel 1799La storia è millenaria con insediamenti che risalgono alle popolazioni italiche – gli aurunci – e poi ai greci fino alla romana Minturnae distrutta e rifondata nel 295 avanti cristo dopo che l’esercito romano ebbe sconfitto i sanniti. Sorgeva come snodo importante sulla via Appia e presso la foce del fiume Garigliano.

La storia del borgo è lunghissima e legata a tutte le dominazioni ed ai signori che governarono la zona fino ai Borbone. Dopo che fu distrutta nuovamente dai Longobardi nel 590 dopo Cristo cambiò nome e divenne Traetto.

Qui fu compiuta dai francesi nel 1799 una terribile strage di centinaia di cittadini che, al seguito di Fra Diavolo, si erano schierati con i Borbone.

Nel 1943-44 i bombardamenti degli Alleati

Solo verso la fine dell’800 poi riprese il suo nome originario di Minturno. È un borgo medaglia d’oro al merito civile perché trovandosi non lontano da Cassino era sulla linea Gustav e durante la Seconda guerra mondiale fu pesantemente bombardato. Anche in quell’occasione, come in tutti conflitti, il prezzo di vite umane pagato dalla popolazione civile fu altissimo.

Raccontare Minturno significa parlare anche della sua marina, ed in particolare della sua frazione più nota, Scauri, dove ci sono moltissime delle attrazioni da visitare.

A Minturno paese ci sono notevoli chiese dell’XII secolo tra cui quella di San Pietro e di San Francesco. Nonché il castello baronale in cui soggiornò anche San Tommaso d’Aquino.

Il ponte pensile sul Garigliano

Il ponte borbonico 'Real Ferdinando' sul Garigliano realizzato nel 1832A Scauri le torri di avvistamento sono di grande bellezza come notevole è nelle vicinanze della costa il «Ponte pensile» sul Garigliano, con tiraggi a catene di ferro, che fu il primo realizzato in Italia ed inaugurato dal re Ferdinando di Borbone nel 1832.

Sono ancora visibili poi i resti della cartiera di Scauri, sulla via Appia, menzionata da Goethe per le sue produzioni pregiate che servivano la corte del Re. Ci sono inoltre le spettacolari aree archeologiche nei pressi della frazione di Marina, dove sorge un notevole teatro romano ed i resti dell’antica città porto e dell’acquedotto.

Merita una visita anche l’area del Parco regionale della Riviera di Ulisse che coinvolge un lungo tratto di costa ed ha diverse attrazioni, tra cui la celebre montagna spaccata nonché diverse antiche cisterne di epoca romana.

La Sagra delle Regne a Minturno

La Sagra delle Regne a MinturnoTutta l’area di Minturno è molto frequentata durante l’estate dai turisti e sono moltissime le opportunità di alloggio, tra cui numerosi campeggi. La maggior parte dei turisti viene spesso in zona per farsi una bella vacanza di mare e da qui muoversi verso le più rinomate località balneari di Formia, Gaeta e Sperlonga.

Ottima la ristorazione che unisce piatti della tradizione campana a molte influenze laziali. Ma anche le spiagge di Scauri e della Marina, vicino all’area archeologica, sono piene di fascino.

Un bel momento per visitare Minturno è sicuramente la Sagra delle Regne (dal latino gremia, fasci di spighe), antica festa di origine pagana che celebrava il raccolto ed il grano e che oggi coincide con le celebrazioni della Madonna delle Grazie a metà luglio.

Se per secoli su questa terra sono state combattute aspre battaglie oggi invece regna la pace e l’unico reale conflitto che ancora è evidente è quello per preservare al meglio ambiente e territorio, non sempre ben protetti. Probabilmente Fra Diavolo oggi sarebbe una guardia del Parco regionale e difenderebbe così la sua terra.

Domenico Chirico

 

 

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