SAN LEUCIO

La via della seta
nel Regno delle Due Sicilie

Il complesso monumentale Belvedere di San Leucio

 

San Leucio è un piccolo borgo a nord di Caserta a pochi chilometri dalla celebre reggia borbonica. È un sito costruito dai Borbone che amavano le colline introno alla Reggia per andare a caccia ed è stato riconosciuto, per la sua bellezza, patrimonio dell’umanità dall’Unesco.

Un vestito di seta conservato nel Belvedere di San LeucioIn origine l’area di San Leucio era un feudo dei conti Acquaviva, poi divenuti Caetani di Sermoneta. Ma nel 1750 l’intera proprietà passò ai Borbone e Ferdinando IV notando l’aria salubre, la ricca vegetazione e la vicinanza con la valle del Volturno scelse questo luogo per costruirci un piccolo palazzo per riposarsi ogni tanto dalla corte napoletana.

Fu solo nell’ultimo quarto del Settecento che però San Leucio cambiò completamente la sua storia. Il Re scosso dalla morte del figlio Carlo Tito costruì un ospizio per i poveri e, per non lasciare le persone inattive, cominciò con i suoi ministri ed i suoi tecnici a progettare la prima città industriale del Sud Italia.

Manufatti richiesti in tutto il mondo

San Leucio. Telai per la produzione della setaSi era in piena rivoluzione industriale in tutta Europa e le idee illuministiche cominciavano a prendere piede tra le nuove classi borghesi. Il Re volle dare un esempio di trasformazione industriale dell’antica ed a vocazione esclusivamente agricola Campania Felix, proprio partendo da San Leucio. Furono quindi costruiti i primi opifici per la produzione della seta che nel giro di pochi decenni divennero uno dei luoghi di produzione più raffinato in tutta Europa.

Ancora oggi le sete di San Leucio fanno bella mostra di sé in Vaticano, al Quirinale ed ancora la bandiera americana nello studio ovale della Casa Bianca, come quella inglese a Buckingham Palace. Ma le commesse arrivavano da tutta Europa perché di fatto i Borbone vollero realizzare un villaggio industriale modello, in cui accanto al buon trattamento salariale c’erano le case per gli operai e l’istruzione garantita ai loro figli.

Il Museo e le case degli operai

Le case degli operai degli antichi opifici di San LeucioPresto San Leucio cominciò ad attirare le migliori maestranze da tutta Italia. Innovativo per l’epoca era anche l’assistenza fornita agli invalidi del lavoro, con la creazione di una casa degli infermi che se ne prendeva cura in tempi in cui non esisteva alcuna tutela sociale per i lavoratori.

Girando ancora oggi per il borgo si possono vedere i resti di alcuni opifici, il Museo della seta e soprattutto le bellissime case degli operai e dei dirigenti in perfetto stile inglese.

Trovandosi su una collina panoramica da cui si vede il Vesuvio ed in lontananza il Golfo di Napoli è una stranezza molto bella. Alcune di queste case ora sono adattate a bar o ristoranti, alcune sono ancora abitate. Il Palazzo del Borbone invece ospita parte della seconda Università di Napoli.

Nel corso dell’Ottocento poi la produzione continuò a proliferare finché l’unità d’Italia non diede un duro colpo all’industria meridionale che non riuscì a reggere l’entrata nei mercati.

San Leucio in realtà ha continuato a produrre ed esportare seta in tutto il mondo grazie ad un gruppo di famiglie private: i De Negri, gli Alois ed altri. Finché anche loro non hanno delocalizzato e diversificato le produzioni non più competitive neanche per i prodotti di alta gamma.

Oggi questo gioiello di archeologia industriale si presenta al visitatore ancora intatto e vista la vicinanza a Caserta è molto facilmente raggiungibile.

Le attrattive della valle del Volturno

Belvedere di San Leucio. Sala da bagno della regina Maria Carolina d’Asburgo consorte di Ferdinando IV di BorboneNon mancano ottimi luoghi di ristoro in tutta l’area, nonché una delle migliori pizzerie d’Italia nella vicina Caiazzo. In tutta l’adiacente valle del Volturno in realtà non mancano le produzioni di prodotti tipici, tra cui gli ottimi vitigni autoctoni riscoperti da alcune aziende del territorio.

Sempre a San Leucio è da ricordare la Vaccheria, area sorta intorno ad altro casino di caccia dei Borbone per volere di Ferdinando IV e divenuto negli anni luogo per gite e svago. Ma è a Natale che la Vaccheria si illumina e si riempie di suoni con uno dei presepi viventi più belli della Campania.

Anche d’estate tutta l’area di San Leucio è avvolta dalla musica con festival artistici sulla terrazza del suo belvedere ai piedi della principale dimora borbonica.

Probabilmente è proprio da questa collina da cui si vede Napoli, che è a soli 30 chilometri, che il re Borbone sognò la sua utopia industriale ed uno sviluppo di qualità per il sud. La storia poi è stata diversa ma San Leucio è lì a testimoniare bellezza e sogno.

Domenico Chirico

 

I LUOGHI DI BELL’ITALIA

Lascia un commento