COLLE VAL D'ELSA

La città di cristallo
tra le colline toscane

Colle Val d'Elsa, città di cristallo tra le colline toscane

 

Tra le colline toscane in un punto strategico tra Firenze, Siena e Volterra sorge Colle Val d’Elsa un borgo di grande fascino e storia fatta di cultura ed industria del vetro.

Colle Val d'Elsa, la Porta NovaLe prime notizie sull’esistenza di Colle Val d’Elsa, che unisce vari insediamenti precedenti, sono del X secolo ma è solo a partire dal 1200 che si rinvengono i primi statuti comunali.

La storia di questa località, abbarbicata su una collina nella sua parte più pregiata e poi sviluppatasi anche nella circostante pianura, è legata alle guerre municipali toscane ed al dominio ora di Firenze ora di Siena.

Finché non nasce il Granducato di Toscana nel XVI secolo e Colle Val d’Elsa sviluppa la sua vocazione all’industria del cristallo che raggiunge un primo apice nell’800 quando il borgo veniva definito la «Boemia d’Italia».

Gli artigiani di Colle Val d’Elsa

Colle Val d'Elsa. Una sala del Museo del CristalloNei decenni successivi la produzione, attraverso un consorzio di raffinati artigiani, è diventata sempre più importante fino a far chiamare il borgo: la città di cristallo.

Una visita al borgo vale appunto la pena per visitare il Museo del Cristallo, che sorge dove c’era l’antica fabbrica Boschi e recupera sapientemente uno stabilimento industriale.

Il Museo del Cristallo di Colle Val d'ElsaÈ un museo molto interessante per conoscere una delle eccellenze della produzione italiana, dove è possibile sia scoprire il processo produttivo del raffinato vetro sia ammirare pezzi di design di grande valore. Con una storia millenaria non mancano sia strade e stradine tipiche dei borghi toscani sia architetture che dal medioevo rendono la parte alta del borgo di grande bellezza.

Il Duomo dei santi Alberto e Marziale

A partire dal Duomo dedicato ai santi Alberto e Marziale che è stato costruito a partire dal 1603 ma in realtà sorge su una pieve del X secolo e soprattutto conserva un pregiatissimo altare con la reliquia del Sacro Chiodo della Crocefissione portata nel borgo pare addirittura da Sant’Elena nel IV secolo dopo Cristo. Reliquia a cui è dedicata ogni anno una festa religiosa in settembre, nella quale viene portata in processione per le strade della città.

Tra le molte chiese presenti alcune, come quella di Sant’Agostino, sono di epoca medievale e meritano una breve visita.

Notevoli sono anche i diversi palazzi nobiliari del centro storico, tra cui quello del Monte dei Paschi di Siena a lungo il vero dominus di tutta l’area. Importanti le architetture militari tra cui le mura di cinta dell’antica città e la torre palazzo di Arnolfo di Cambio, a cui è dedicata anche la piazza principale essendo un celebre cittadino di Colle, nonché il principale artista ed architetto che lavorò alla cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze.

Colle Val d'Elsa. Un suggestiva immagine di piazza Arnolfo di Cambio

La rivista «Il Selvaggio»

Come sempre nei borghi toscani ed italiani è bello passeggiare per piazze e stradine per assaporarne l’atmosfera. Anche rievocando alcuni dei celebri cittadini, come l’artista del ‘900 Mino Maccari, animatore di importanti riviste ed iniziative culturali.

Proprio a Colle val d’Elsa nacque nel ventennio Il Selvaggio (1924-1943), rivista di arti che diede spazio ad importanti esponenti della cultura italiana come Carrà, Soffici, Rosai, Morandi, De Pisis e lo scrittore Romano Bilenchi, natio proprio del borgo.

L’incontro tra storia, cultura e industria rende unico Colle Val d’elsa e la sua unicità è testimoniata anche dalla costruzione di una delle poche moschee in Italia. Agli inizi degli anni 2000 ci fu un lungo dibattito sull’opportunità o meno di costruirla ma vinse il principio della libertà di culto, anche per la presenza di molte persone di religione musulmana nella zona, che contribuiscono in modo decisivo sia all’industria sia all’agricoltura molto centrata sulla produzione di vino.

Non mancano infatti luoghi dove assaporare gli ottimi prodotti del territorio, a partire dai salumi di cinta senese ai pecorini toscani nelle loro mille varietà, da quello di fossa a quello al tartufo. Ognuno da accompagnare con pregiati vini locali tra cui spiccano Chianti e Vernaccia.

I periodi migliori per scoprire questo altro angolo di bellezza italiana sono probabilmente a cavallo delle molte feste cittadine: cantine aperte a fine maggio o le sagre della miseria a giugno che esaltano i sapori della cucina contadina.

O infine calici di stelle ad agosto, in cui assaporare del buon vino in un pregiato bicchiere di cristallo locale. Guardando le dolci colline toscane e pensando al genio e la bellezza che animano il nostro territorio.

Domenico Chirico

 

 

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