CETARA

Il borgo
delle alici e del tonno

Cetara, il borgo di pescatori della Costiera Amalfitana

 

Ai piedi del monte Falerio nel cuore della costiera amalfitana si trova il suggestivo borgo di Cetara. Un incanto come tutti i comuni della costiera che appare d’improvviso dopo una delle mille curve che collegano Sorrento a Salerno sulla litoranea.

La Torre di CetaraIl piccolo borgo ha origine antichissima, forse come colonia greca e sicuramente ospitò nell’800 dopo Cristo un contingente di mercenari musulmani che il Vescovo di Napoli Attanasio I usava per combattere i suoi nemici longobardi.

Il nome Cetara forse deriva dalla parola latina cetaria, tonnara e sarebbe più che pertinente visto che il borgo è un dei luoghi dove si produce tonno sott’olio e colatura di alici tra le migliori del mondo.

Cetara nella Repubblica Marinara di Amalfi

La spiaggia di CetaraIl borgo comincia ad essere noto quando entra nell’ambito dei possedimenti della vicina Repubblica Marinara di Amalfi, a cui i pescatori dovevano una decima del loro pescato come tassa.

Ma da sempre Cetara ha una storia antica tutta legata alla sua vocazione di luogo di pesca ed ancora oggi rimane una delle attività importanti per il territorio, nonostante le centinaia di migliaia di turisti che continuamente visitano le bellezze della costiera.

Meglio comunque i turisti dei saraceni e dei turchi che per secoli assediarono e saccheggiarono queste coste ed è rimasto celebre l’attacco del 1534 in cui 22 navi ottomane guidate dal comandante Sinan pascià presero come schiavi tutta la popolazione del borgo, circa 300 persone.

Pochissimi riuscirono a mettersi in salvo e a fuggire verso Napoli. Fu allora che i vicerè di Napoli decisero di costruire un sistema di torri di avvistamento lungo tutta la costiera ed anche Cetara è tutt’oggi dominata da una bella torre che sovrasta il borgo.

La pesca delle acciughe

Pescatori di acciughe di CetaraIn tempi di pace invece il porto di Cetara era luogo aperto e di dialogo con tutto il mediterraneo, e c’è stata una lunga fase in cui i pescatori locali partivano in primavera per Algeria e Marocco e dedicarsi lì alla pesca ed alla conservazione delle alici. Acciughe che sarebbero poi state vendute sui mercati di tutta Italia.

Il Borgo conserva appunto nelle sue stradine e nelle sue chiese tracce di questa antica storia. La Torre, ospita oltre a vedute con panorami mozzafiato anche il Museo civico, con una interessante collezione di pittori «costaioli» ovvero artisti locali che riproducono i bellissimi panorami della costiera.

È di sicuro interesse la spiaggia con il porticciolo e meritano una visita anche la Chiesa con il convento di San Francesco e la chiesa del patrono San Pietro. Il 29 giugno ogni anno, giorno del Santo, una bella festa riempie il mare di colori con i fuochi d’artificio.

Il territorio alle spalle del piccolo borgo di Cetara è selvaggio e non sempre curatissimo nei suoi sentieri che salgono verso i monti Lattari.

Una salita sul monte Falerio

La zona è poco antropizzata e presenta paesaggi di grande bellezza. Tutto il territorio è parte del Parco Regionale dei Monti Lattari e la vetta più alta del comune di Cetara è il monte Falerio.

La scalata al monte presenta alcuni tratti impegnativi ma la vista è di quelle che non si dimenticano ed è possibile ammirare dalla città di Salerno al territorio e alla costa di Vietri sul Mare e di Cetara.

Trovandosi il borgo in una delle aree patrimonio Unesco non mancano luoghi per alloggiare, anche se non moltissimi, viste le ridotte dimensioni dei luoghi.

Ci sono occasioni di alloggio in tutta la costiera anche se i costi stanno diventando sempre più proibitivi ed anche il trasporto è sempre complicato per le strade strette e tortuose che collegano le varie località.

Gli spaghetti con la colatura di alici

In ogni caso una passeggiata in costiera ed a Cetara va fatta almeno una volta nella vita. Se si è solo di passaggio una camminata per le stradine e per i monumenti può essere accompagnata dallo shopping dei prodotti tipici locali, tonno ed alici.

Ma vale la pena fermarsi sempre a mangiare gli spaghetti con la colatura di alici, che è il «succo» della fermentazione delle alici messe a marinare negli orci: l’antico «garum» dei romani.

Non manca tra i prodotti tipici il cartoccio di pesce fritto o varie elaborazioni a base di tonno. Anche il limoncello prodotto nell’area è notevole.

Una gita nel borgo delle alici è veramente d’obbligo per chi ama questo pesce semplice e gustoso e per chi ama gli stupendi luoghi della costiera Amalfitana.

Domenico Chirico

 

 

I LUOGHI DI BELL’ITALIA

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