RIFORMA PENSIONISTICA

Se a Boeri non piace,
se ne vada a casa

 

Tito Michele Boeri, presidente dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, è in rotta di collisione con il governo gialloverde, per le sue continue esternazioni sui temi più disparati: dall’«utilità» della crescita esponenziale degli immigrati, all’opportunità di allungare quanto più possibile l’età lavorativa degli italiani.

Ogni occasione gli è buona per ribadire contrarietà alla riforma della Legge Fornero. Non gli va giù che dopo una vita di lavoro si possa finalmente godere del giusto riposo. Vede come fumo agli occhi la «quota 100», ossia la possibilità di andare in pensione senza decurtazioni a 62 anni di età dopo aver maturato 38 anni di contribuzione. Ne sembra rendersi conto della necessità di arrestare il meccanismo automatico di innalzamento dell’età pensionistica legato ad un evanescente «aumento dell’aspettativa di vita».

Si limita a ripetere come un mantra che la «quota 100» farebbe lievitare i costi del sistema pensionistico italiano di 100 miliardi. «Cento» sembra diventato un numero fatidico. Non ci è chiaro infatti l’arco temporale al quale Boeri fa riferimento: al mese, all’anno, al decennio o forse ai 100 anni!

Particolarmente capziosa è infine l’affermazione di Boeri che sostiene che l’annunciata riforma avvantaggerebbe «soltanto gli uomini con carriere continuative, ed andrebbe invece a pesare ulteriormente sulle donne, che non avendo contributi necessari hanno potuto usufruire (per poter andare in pensione prima) fino ad oggi dell’opzione donna, con un taglio drastico dell’assegno».

Riassumendo: i governi precedenti hanno penalizzato le donne, equiparando la loro età pensionistica a quella degli uomini. Poi le hanno concesso un’uscita dal lavoro ad un’età meno avanzata ma applicandogli una penalizzazione. È questo, seguendo il ragionamento di Boeri, andava bene.

Oggi che si sta prefigurando una misura che vale per tutti, uomini e donne, il nostro bel manager storce il naso e si inventa una disparità di trattamento tra i due sessi!

Invitiamo Boeri ad essere coerente. Trova errato l’indirizzo del Governo? Si dimetta e se ne torni a casa.

Vincenzo Fratta

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