BILANCIO FAMIGLIARE

Fermare la crescita
del carrello della spesa

Negli ultimi sei anni il carrello della spesa è salito del 30% mettendo in difficoltà il bilancio delle famiglie italiane al punto da modificarne le abitudini alimentari.

 

In sei anni, dal 2019 a oggi, i prezzi degli alimenti in Italia sono saliti del 30%, trasformando una spesa settimanale normale in una vera e propria sfida per il portafoglio. Il rincaro non ha colpito tutti gli alimenti del carrello della spesa allo stesso modo: alcuni prodotti di uso quotidiano hanno visto aumenti ben oltre la media. Ad esempio, il burro, l’olio d’oliva e il riso sono saliti anche del 50% o più. Anche caffè, verdura e dolci hanno subito rincari significativi.

Carrello della spesa. Le famiglie in difficoltà per la crescita dei prodotti alimentari hanno modificato le loro abitudini alimentariI dati parlano chiaro: servono molti più euro per portare a casa lo stesso cibo di qualche anno fa.

Le cause sono molteplici. La pandemia di Covid19 ha dato il via a una fase di instabilità economica e logistica, interrompendo forniture e alzando i costi di trasporto. Poi è arrivata la guerra in Ucraina, che ha influito su molte materie prime agricole.

A tutto questo si è aggiunto l’aumento del costo dell’energia, che ha reso più costosa la produzione, la trasformazione e la distribuzione degli alimenti. Inoltre, eventi climatici estremi, come siccità e alluvioni, hanno ridotto i raccolti in diversi paesi, incluso il nostro.

ll momento più critico è stato tra la fine del 2021 e i primi mesi del 2023. In quel periodo i prezzi sono saliti in fretta, mese dopo mese. Famiglie e consumatori hanno iniziato a tagliare su quantità e qualità, scegliendo prodotti meno costosi o rinunciando ad alcuni acquisti.

Abitudini alimentari modificate

Carrello della spesa. Alcuni prodotti di uso quotidiano — come burro, olio d’oliva, riso e caffè — sono aumentati anche del 50%.Di fronte ai prezzi in aumento, gli italiani hanno modificato le loro abitudini. Cresce l’interesse per offerte e promozioni, aumentano gli acquisti nei discount e si scelgono prodotti a lunga conservazione o marchi meno noti.

Si cucina di più in casa, ma si compra meno carne e pesce, spesso sostituiti da alimenti più economici come uova, legumi o pasta.

Ora l’aumento continua, ma più lentamente. I prezzi non stanno più crescendo con la stessa forza di prima, ma sono rimasti alti. In altre parole, non stiamo pagando sempre di più, ma continuiamo a pagare troppo rispetto al passato.

Tuttavia, il rischio è che questi adattamenti non siano sufficienti per le fasce più fragili della popolazione, che già ora fanno fatica ad accedere a una dieta varia ed equilibrata. Per queste persone, l’aumento dei prezzi del cibo significa anche meno salute e meno qualità della vita.

Gli esperti ritengono che la situazione resterà stabile, ma su livelli elevati. Non si prevede un calo generalizzato dei prezzi a breve termine, anche se alcune voci potrebbero vedere lievi diminuzioni.

Nel frattempo, si discutono nuove strategie di sostegno: controlli più severi sui passaggi della filiera, incentivi ai produttori locali, sostegni alle famiglie in difficoltà, come bonus spesa o agevolazioni fiscali. Tuttavia, al momento, si tratta di proposte ancora in fase di valutazione.

Maria Facendola

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