LE DEPORTAZIONE DI STALIN

Ma «Il Corriere dimentica»
gli Italiani di Crimea

Il Corriere della Sera scorda gli italiani di Crimea

 

Nella pagina nella quale riporta la notizia del trasferimento forzato in Russia degli abitanti di Mariupol, il «Corriere della Sera» ricorda la pratica delle deportazioni comandate da Stalin ai danni delle minoranze etniche esistenti da secoli negli immensi territori dell’ex impero zarista, in particolare durante la Seconda guerra Mondiale.

Il Corriere della Sera scorda gli italiani di Kerc in CrimeaSi citano i Tedeschi del Volga, i Tatari di Crimea e altri gruppi etnici minori, dimenticando però che in Crimea esisteva una comunità italiana di duemila persone che nel 1942 subì la deportazione in Kazakhstan.

Giunti nell’Ottocento sulle rive del mar Nero per colonizzare terre fertilissime, per sfruttare la pescosità dei mari e per inserirsi nelle rotte commerciali già tracciate quattro secoli prima dalle Repubbliche marinare di Genova e Venezia, gli italiani di Crimea divennero ben presto il simbolo di un’emigrazione di successo.

In pochi decenni si liberarono dalla miseria che li aveva spinti a lasciare la Puglia trovando nella città di Kerch la loro nuova terra di elezione, ma senza mai dimenticare le proprie origini italiane, custodendo la lingua, le tradizioni religiose e persino quelle culinarie.

Un sogno spezzato dall’avvento del comunismo: prima la collettivizzazione dei beni, poi le purghe staliniane e infine il tragico epilogo del 29 gennaio 1942, con il rastrellamento casa per casa e la deportazione di massa di tutta la comunità italiana nei Gulag del Kazakhstan, come rappresaglia contro l’invasione italiana dell’Urss.

Heloisa Rojas Gomez, Gli italiani di Crimea. Dall’emigrazione al Gulag, edito da Leg.Dopo un viaggio lungo e massacrante di 8 mila chilometri nei vagoni piombati gli italiani gli italiani giunsero a Karaganda in Kazakhistan e furono disseminati su un territorio di più di 40 mila chilometri quadrati.

Decimati dal freddo, dalla fame, dalle malattie e dai lavori forzati, gli italiani di Crimea si sono quasi estinti e i pochi rimasti lottano oggi contro l’oblio e per mantenere viva la fiammella dell’italianità. Una storia raccontata coniugando il rigore della ricerca archivistica con le commoventi testimonianze degli ultimi sopravvissuti. Una storia misconosciuta, che non può lasciare indifferenti.

Il dramma di questi connazionali è stato raccontato da Giulio Vignoli Gli Italiani di Crimea e da Boico-Vignoli L’Olocausto sconosciuto. Lo sterminio degli Italiani di Crimea, entrambi editi dalle edizioni Settimo Sigillo.

A questi lavori pionieri si è aggiunto ora il saggio di Heloisa Rojas Gomez, Gli italiani di Crimea. Dall’emigrazione al Gulag, edito da Leg.

Vincenzo Fratta

 

 

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