CAMBIAMENTI CLIMATICI

Che cosa possiamo fare,
nel nostro piccolo?

 

Caldo precoce, poi freddo intenso dovuto ad una saccatura artica, poi piogge torrenziali ma anche siccità. L’ultimo mese ci ha riservato e fatto provare un po’ di tutto. Che vi siano cambiamenti climatici in atto è oramai palese. Ma che si possa ed anzi si debba fare qualcosa per combatterli è altrettanto vero. E’ un vero e proprio dovere, da subito.

Ma noi nel nostro piccolo, cosa possiamo fare? Sicuramente darsi da fare. Non dobbiamo sottovalutare il peso dei nostri gesti quotidiani. Se una formica da sola non riesce a fare un gran che, dieci, cento mille formiche fanno la differenza. Tanto per intenderci una formica pesa al massimo 10 milligrammi ma mille formiche riescono a spostare una massa di oltre due chili. Così, noi, con i nostri piccoli gesti quotidiani, possiamo fare qualcosa di concreto per non far aumentare a dismisura le già elevate emissioni di gas serra, in particolar modo di anidride carbonica.

La saggezza a volte può derivare da un guizzo dovuto alla disperazione. Nel caso di Greta Thunberg tutto ha inizio il 20 agosto 2018. Quel giorno Greta, che frequentava il nono anno di una scuola di Stoccolma, decise di non andare a scuola fino alle elezioni legislative del 9 settembre 2018. Greta aveva maturato quella decisione così drastica, dopo essersi trovata per la prima volta, nella sua giovane esistenza, in uno stato di frustrazione estrema. Aveva appena vissuto provato su di se gli effetti di una eccezionale ondata di calore che aveva innescato degli spaventosi incendi boschivi mai visti prima nel suo paese. Greta era determinata. Voleva che il governo svedese riducesse le emissioni di anidride carbonica così come previsto dall’accordo di Parigi sul cambiamento climatico. Così è rimasta seduta davanti al parlamento del suo Paese ogni giorno durante l’orario scolastico. Tutti ricordiamo il suo cartello fatto di cartoncino con su scritto «Skolstrejk för klimatet» (Sciopero della scuola per il clima).

Ma cosa possiamo fare allora?

Sicuramente iniziare a fare una spesa consapevole, evitando di acquistare prodotti imballati con plastiche ed altri materiali difficilmente smaltibili o riciclabili.

Evitare di acquistare prodotti non utili ed utilizzare ciò che abbiamo sino alla fine.

Evitare di entrare nella facile ottica di acquistare merce per appagare i nostri istinti, magari facendo inutili acquisti compulsivi per tentare di compensare carenze impossibili da sanare acquistando.

Evitare di sprecare energia nel tentativo di risparmiare pochi centesimi facendo giri inutili alla ricerca del prodotto al prezzo più basso, soprattutto se la differenza è di pochi euro. Lo spreco di carburante genera inutilmente gas serra e disperde inquinanti dannosi alla salute dell’uomo ed alla nostra casa, il pianeta, che è anche casa di miliardi di altri abitanti umani e non.

Acquistare, il più possibile, merci prodotte a chilometro zero o, quanto meno, il più vicino possibile.

Acquistare nelle vicinanze evita l’inquinamento dovuto ai trasporti, genera altresì virtuosi cicli economici di scala e migliora il benessere di chi ci circonda e scongiurando lo sfruttamento dei lavoratori nei paesi del cosiddetto terzo mondo.

Utilizzare gli elettrodomestici e l’illuminazione in maniera consapevole evitando sprechi.

Acquistare, solo se necessario, nuovi apparecchi a basso consumo.

Impegnarsi nel riciclo dei materiali, ma soprattutto nel loro riuso.

Non surriscaldare la casa dove si vive, meglio un grado in meno ed un maglione in più d’inverno.

D’estate limitare l’uso del condizionatore al minimo indispensabile prediligendo la coibentazione dei muri perimetrali e la modifica degli infissi per isolare in modo ottimale l’abitazione.

Cercare di utilizzare l’auto il meno possibile, prediligendo i mezzi pubblici o la bici.

Un capitolo andrebbe dedicato all’alimentazione. L’allevamento di bestiame incide da solo per oltre il 23% delle emissioni serra. Eliminare le proteine animali dalle diete, quindi, non solo farebbe bene alla salute, ma anche al terra.

Dulcis in fundo, una grande importanza deve essere riservata ad un comportamento che, da solo, può incidere molto sulla cosiddetta impronta che lasciamo sul pianeta e che dovrebbe essere, almeno si spera, più leggera possibile… il diritto all’esercizio del voto. Privilegiare una fazione, un partito, una coalizione che si impegni per l’ambiente e possibilmente non solo a parole.

Lino Rialti

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