CASTELUCCIO DI NORCIA

Riaprire le strade
a residenti e coltivatori

 

La strada provinciale n.477 che attraversa la piana di Castelluccio di Norcia, danneggiata dal terremoto del 2016, resta ancora chiusa, in attesa dei non ben definiti lavori di messa in sicurezza per evitare frane e pericoli per le persone. La demolizione degli edifici crollati e la rimozione delle macerie, dopo l’inizio delle attività, sono ferme. La costruzione delle case provvisorie (le Sae) e delle attività commerciali (il discusso Deltaplano) non si sa di preciso quando partiranno. Addirittura le Sae previste a Castelluccio, appena otto, non compaiono ancora nel piano della protezione civile relativo a tutto il centro Italia.

Il tetto dei Sibillini, l’area conosciuta in tutto il mondo per la sua spettacolare fioritura, è dunque abbandonata a se stessa. Gli abitanti di Castelluccio, chi ha una seconda casa, chi qui ha interessi economici o chi semplicemente ci passava qualche settimana all’anno, sono sul piede di guerra.

A creare i maggiori problemi, secondo molti castellucciani, è l‘ente Parco nazionale dei monti Sibillini, che sta complicando una situazione già difficile di suo. Insensibile ai problemi di tutti coloro che tentano di tornare ad una vita normale, la direzione dell’Ente Parco esaspera le limitazioni imposte dal fatto di essere all’interno di un’area naturalistica tutelata, ponendo costantemente «barriere ed insormontabili vincoli allo sviluppo e ricostruzione ma soprattutto fruizione del paese di Castelluccio di Norcia da parte dei residenti, operatori, non residenti».

Ed ecco allora che i Castelluciani, riunitisi nei giorni scorsi a Bevagna, hanno lanciato una raccolta di firme per promuovere il distacco della zona dal perimetro del Parco dei Monti Sibillini. Punti di raccolta firme si stanno organizzando in diverse frazioni di Norcia, altrettanto si sta facendo a Roma, dove orbitano molti nursini d’origine o proprietari di seconde case. «Tra cartacee e online sono state raccolte quasi mille firme» ha dichiarato Daniele Testa, uno dei promotori della petizione, le cui ragioni sono spiegate nel sito internet appositamente costituito, www.parconazionalenograzie.com.

Le difficoltà ad accedere nell’area della piana di Castellucchio rischia di compromettere la semina della lenticchia e le lavorazioni in vista dello spettacolo della fioritura. È indispensabile quindi che i lavori necessari per la riapertura della strada provinciale vengano completati al più presto, così che insieme al risveglio della natura, possa cominciare a rinascere anche il paese.

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