IL 26 GENNAIO SIT-IN A PERUGIA

A difesa della salute
del territorio eugubino

Regione Umbria. Sit-in di protesta il 26 gennaio

 

Ebbene sì, il buco nell’Ozono, è ufficialmente chiuso. Forse le emissioni di Co2 sono diminuite con il contributo della pandemia che ha rallentato le attività industriali e gli spostamenti. Ma il Pianeta Terra continua la sua irrefrenabile corsa verso la morte.

Regione Umbria. Le cementerie del territorio eugubino vorrebbero bruciare il Css-CAssistiamo sempre di più all’estinzione di specie di animali e piante e a un evidente malore delle matrici ambientali: suolo, acqua e aria. Tutto questo porta a malattie come neoplasie e patologie dell’apparato respiratorio in umani e animali.

Siamo a Gubbio, in Umbria e qui, anche se non esistono dati ufficiali, si muore e ci si ammala in modo preoccupante. Le cause sono sicuramente riconducibili alla compromissione delle matrici ambientali e alla conformità del territorio.

Il probabile utilizzo di Css-C (Combustibile Solido Secondario-Combustibile) diventa motivo di ulteriore preoccupazione e, in pratica, non risolve il problema della saturazione delle discariche. Pareri scientifici contrastanti, non rassicurano.

Il Css non sembrerebbe così innocuo, alla pari del Pet Coke, attualmente bruciato nei forni dei due Cementifici.

No alle autorizzazioni più facili

Comitati e associazioni ambientalisti non ci stanno. A difesa di salute e ambiente del territorio eugubino hanno organizzato un Sit-in martedì 26 gennaio, alle 10 in Piazza Italia a Perugia, di fronte a Palazzo Cesaroni, sede del Consiglio della Regione Umbria.

La manifestazione, nel rispetto della normativa anti Covid, è stata regolarmente autorizzata dalla Prefettura. Indispensabili Dpi e autocertificazione (per chi proviene da altri comuni o da fuori Regione). Per partecipare contattare i numeri 3289613419 – 347365899. Già raccolte numerose le adesioni.

La protesta si estende contro la Proposta di Legge atto n.627 a firma del consigliere Daniele Carissimi che, invocando l’emergenza pandemica, vorrebbe semplificare l’iter di diverse procedure autorizzative, in  contrasto con la normativa che attribuisce allo Stato la competenza in materia ambientale.

In particolare ha attirato l’attenzione degli organizzatori l’articolo 4 che consente agli impianti industriali, già autorizzati ai sensi della disciplina Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia), di utilizzare i rifiuti presenti nella lista verde di cui al regolamento Ce n.1013/2006, decorsi 45 giorni dalla presentazione dell’istanza.

In tal caso i rifiuti saranno assoggettati al rispetto delle norme riguardanti esclusivamente il trasporto dei rifiuti e il formulario di identificazione.

Tra le righe del Proposta di Legge è contenuta anche una preoccupante riduzione del coinvolgimento e della partecipazione dei cittadini.

Gli organizzatori precisano che la manifestazione, nascendo a tutela del bene comune più prezioso, la salute, non ha alcuna connotazione politica e rigetta qualsiasi strumentalizzazione.

Ernesta Cambiotti

 

 

 

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