UN CANE CHE NON VA ABBATTUTO

Quel bull terrier
senza posizione nella vita

 

Zeus, un bull terrier, che forse, non ha trovato la giusta posizione nella sua vita. Acquistato da un ragazzo, che da anni desiderava un cucciolo di questa razza, è cresciuto in famiglia, fino a quando qualcosa ha fatto scattare in lui una reazione tanto aggressiva da mordere la mamma del suo padroncino.

Il cane è stato portato in Canile, dove ha «scontato» i dieci giorni prescritti dalla legge.

Si è parlato, subito di «abbattimento», scongiurato con l’intervento delle associazioni animaliste. Il cane è tornato a casa, per lui è stato costruito un recinto.

Veniva seguito da un’educatrice esperta e si attendeva l’intervento del veterinario comportamentalista. Naturalmente con tanto di prescrizioni e raccomandazioni. La prima, la più importante: evitare il contatto con la mamma.

Così non è stato e il bull terrier aggredisce nuovamente la signora. Si scatena l’inferno, ritorna l’ipotesi «abbattimento». L’intervento del vetrinarlo comportamentalista, «congela» la situazione. Zeus può restare in canile fino al 9 settembre.

Ma la povera bestiola, prigioniera di un box, forse esasperata, addenta il polso della volontaria che gli mette l’acqua nella ciotola vuota. Ora sono cavoli amari.

Le associazioni non mollano. Il cane viene spostato in un box meno angusto, ma è lasciato lì solo, senza alcuna possibilità di uscire visto che, nonostante la disponibilità del gestore della struttura, dell’educatrice e delle associazioni, il proprietario non ha fatto più visita al suo cane.

Povero! Sembra che nessuno lo ami e tutti ne abbiano paura e, del resto, la stabulazione non aiuta!

Io di solito non scrivo di fatti o eventi che possono avere rilievi e risonanza particolare, ma questa volta devo fare un’eccezione. Ne va della vita di Zeus!

Si è prospettata la possibilità del suo trasferimento in un centro di recupero. Si sta facendo di tutto perché un cane non può pagare eventuali errori degli umani.

La verità è che certe razze non possono entrare in casa con leggerezza. La verità è che un proprietario non può dire io non mi assumo responsabilità, è meglio che venga soppresso.

E a livello normativo, a poco serve prescrivere un patentino, quando il cane ha già manifestato il suo disagio con atteggiamenti più o meno aggressivi. Va modificata la legge: certe razze non sono per tutti.

Quindi, vanno previsti obbligatoriamente, patentini e percorsi educativi per proprietari e cani.

Io, come tanti, sono convinta che non esistano cani cattivi, ma solo cattivi padroni.

Ernesta Cambiotti

 

La storia raccontata è vera, il nome del cane è di fantasia, le foto sono prese dal web.

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