MOBILITÀ REGIONALE

Lavoratori in agitazione
per la chiusura di Fcu

Le organizzazioni sindacali del settore trasporti Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal, Fna Ugl e Orsa si sono incontrati il 7 luglio con la dirigenza di Umbria Mobilità. Il tema è l’annunciata chiusura della linea ex Ferrovia Centrale Umbra (Fcu) prevista dal 13 settembre. Nell’incontro sarebbero emerse «numerose criticità» della situazione. «Se da una parte appare chiaro il percorso a lungo termine, con il subentro di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) come gestore della linea ed esecutore materiale dei lavori strutturali previsti, dall’altra – si legge nel comunicato sindacale – non possiamo girarci dall’altra parte rispetto a quanto sta avvenendo. Rimaniamo infatti convinti che la sospensione del servizio doveva e poteva essere evitata».

In sostanza i sindacati affermano che se si fosse effettuata la manutenzione corrente, si sarebbe evitata la chiusura e i lavori di manutenzione strutturale che oggi ammontano a 51 milioni di euro, sarebbero stati svolti in continuità di esercizio. Puntano poi il dito contro i responsabili dell’attuale situazione per evitare che a pagare siano soltanto i cittadini umbri e i lavoratori di Umbria Mobilità e Busitalia (capistazione, macchinisti e capitreno), per i quali si fatica a trovare un ricollocamento.

I sindacati chiedono che per non privare del tutto la regione del collegamento ferroviario si mantenga in esercizio almeno l’importante la tratta Nord. Tale soluzione eviterebbe anche il depauperarsi del know how del personale ferroviario e garantirebbe un impatto occupazionale ridotto». Per il 13 settembre è annunciato intanto un presidio sindacale sotto i palazzi della politica regionale Umbra.

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