GUBBIO

L’inutile summit
sul Canile di Ferratelle

 

Nel pomeriggio di ieri, si è svolto un’incontro voluto dal Sindaco di Gubbio Filippo Mario Stirati, sembra, sollecitato dall’Associazione Gubbio Soccorso. L’ordine del giorno: «approfondire e coordinare l’attività delle associazioni di volontariato in relazione al Canile Comprensoriale di Ferratelle».

Perché convocare, a distanza di 60 giorni dalle elezioni comunali, gli altri quattro Sindaci, i massimi dirigenti Usl, i dirigenti dell’Ente gestore, le associazioni convenzionate, semplicemente per parlare dei rapporti tra queste ultime? Il dubbio non è sorto solo a me, tanto che il Sindaco di Sigillo a un certo punto è intervenuto chiedendo quale fosse «il motivo» della riunione.

Dal primo di luglio l’attuale Gestore non ci sarà più e i cani avranno bisogno di un custode, di assistenza veterinaria, di cibo, di medicinali. Il Sindaco ha più volte annunciato la decisione di gestire direttamente la struttura. Un plauso, per questo, ma la «macchina comunale» si è già organizzata, visto l’imminente subentro?

Più un anno fa, intorno al canile di Gubbio si scatenava l’inferno. Forse era giusto far conoscere una situazione critica, non lo erano gli insulti verso le Istituzioni e chiunque avesse un minimo coinvolgimento. Da allora ci sono stati dei cambiamenti, sia strutturali che in termini di collaborazione professionale e volontari. Il Canile si è praticamente svuotato e si è innalzato il livello di benessere dei cani.

Grazie a tutti quelli che si sono impegnati, non mollando neanche sotto il «peso» di accuse infamanti e diffamatorie.

Quello che è successo tra gli umani è finito in Procura. A tutto questo è stata data una connotazione «politica». Io non ci sto. Giù le mani dagli animali. Loro non hanno colpe, sono creature indifese.

Quello che mi sconvolge, invece, è il risvolto forse, questo si, politico, da parte del Sindaco Stirati, che, quando interpellato telefonicamente, con incontri o con lettere, anche Pec, non si è preoccupato, di riunire «tavoli». Quando lo ha fatto era solo per cercare di placare gli animi «infervoriti» di chi aveva la sua idea sulla gestione canile, forse, con buoni propositi e forse, disinteressatamente. Per il benessere degli animali, per la corretta gestione della struttura, non ha ritenuto farlo, o, se lo ha fatto, non ci ha coinvolto.

Durante la riunione mi ha rivolto parole pesanti, solo per aver obiettato sull’opportunità di creare un’area di sgambamento per i cani dei privati proprio all’interno del Canile: «Mi auguro che ancora i talebani non siano sbarcati nel nostro territorio… nessuno è depositario della verità suprema del canile… ci sono associazioni, volontari ai quali diamo tutta la nostra gratitudine e il nostro rispetto, ma non è che rappresentano il canile… l’Istituzione fino al 26 maggio la rappresenta Stirati… gli occhi si sono scatenati in questi ultimi anni sul nostro canile».

In seguito, la vice presidente di Enpa, ha cercato di spiegare, quanto possa essere dannosa per gli ospiti del canile, per lo più fobici e da rieducare, la presenza «massiccia» di estranei… e di tante associazioni.

Forse c’erano argomenti più importanti e urgenti, da affrontare, approfittando della quantità e qualità dei convenuti. Forse il Sindaco non ha capito che la collaborazione non si impone, che l’«idea» di presenza multi associazionistica è difficile da realizzare e che a pagarne il prezzo sarebbero proprio quelle creature di «sua proprietà» del cui benessere e destino è l’unico responsabile.

Ernesta Cambiotti

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