CACCIA SÌ, CACCIA NO

La stagione venatoria
come un incubo

 

Caccia è una parola negativa, che spaventa, racchiude il concetto di vittima e aguzzino… un tempo l’uomo cacciava per procurarsi il cibo o per difendersi in un mondo ostile, laddove non esistevano altri mezzi. Nelle nostre tradizioni rurali, il fine era lo stesso. I vecchi cacciatori, avevano rispetto per la natura, che gli dava da vivere anche con i suoi prodotti e della fauna. Cacciare era un rito: il cibo e basta. Ora, invece si caccia per «passione», dicono!

Si maschera con il «controllo» della fauna selvatica una pratica tanto crudele, quanto inutile. Si perché per cacciare, spesso le prede si «procurano», si allevano e si rilasciano solo al fine di «ucciderle».

Non solo si è arrivati ad «alterare» il numero e «la specie» in alcuni casi, si pensi al cinghiale. Il nostro forse era poco prolifico, la sua organizzazione «matriarcale» era di ostacolo alla domanda dei cacciatori e allora, per caso, si è incrociato con il maiale e con specie non nostrane!

Anche la presenza di esche avvelenate può far venire il dubbio che vengano messe per eliminare la concorrenza di predatori, come le volpi.

Cacciare, ti fa sentire onnipotente, l’adrenalina scorre nelle vene, ma l’ego impone di «primeggiare» e allora si ingannano le povere prede con richiami, pensate un po’, vivi! Allora la sfida, dov’è?

Piccolo uomo, che arrivi all’alba sotto le finestre dei tuoi simili, con urla e guaiti dei cani, dei quali spesso ti ricordi solo nel periodo caccia e addestramento, ti sei mai chiesto se al resto del mondo tu piaci, se il tuo comportamento è rispettoso degli altri? Credo proprio di no, altrimenti, ti vergogneresti!

Io vivo in campagna… per me e la mia famiglia il periodo della caccia è un vero incubo. Non si riesce più a dormire fino a un’ora decente, i nostri cani e i nostri gatti sono agitati, tanto da sentirci sollevati solo il martedì è il venerdì, giorni di silenzio venatorio. Ma in Umbria anche questo non ha più valenza, con la caccia di selezione i nostri «amici cacciatori» sono attivi tutto l’anno. E ora qualcuno propone, addirittura, l’abolizione del silenzio venatorio.

Non solo in un Ddl si propongono tante altre modifiche, la più aberrante è la licenza di caccia ai sedicenni!

Ai nostri giovani, ai nostri figli, dobbiamo insegnare il rispetto per la vita, tutta, il rispetto di tutto ciò che ci circonda e che noi, stiamo distruggendo, per mero profitto.

Solo ricominciando ad apprezzare e rispettare la natura e le sue creature, possiamo riscoprire il valore della convivenza, della libertà dai condizionamenti, del vivere civile.

Gli interessi di pochi non possono prevalere, non possono condizionare la tranquillità degli altri, non è giusto, non lo ritengo neppure legale.

Ernesta Cambiotti

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