IL CONVEGNO

Inquinamento ambientale
un rischio per la salute

Il convegno di Gubbio su «Prima di tutto la salute»

 

Prima di tutto la salute, questo il titolo dell’importante convegno che si è svolto qualche giorno fa a Gubbio. Scopo dell’incontro: mettere in evidenza il possibile collegamento tra ambiente e salute, o meglio, quanto la nostra salute possa essere influenzata dall’inquinamento dell’ambiente che ci circonda.

Il convegno di Gubbio su «Prima di tutto la salute»La scienza, in contrapposizione agli interessi degli imprenditori e alle scelte dei politici. In mezzo i cittadini, esposti involontari.

I relatori hanno, inequivocabilmente, puntato il dito sull’inquinamento ambientale. Normative e dati non aiutano. Ci sono parametri su misura per ogni attività produttiva. Ci sono cose che non si spiegano: i cementifici, ad esempio misurano le polveri sottili, ma non i metalli pesanti.

Parliamo di Gubbio, dove, nonostante insistano due cementifici a 10,2 km l’uno dall’altro e a ridosso del centro abitato, non sono mai state fatte indagini o rilevazioni specifiche, però possono essere di aiuto quelle portate avanti in situazioni simili.

L’epidemiologo dell’Istituto di Fisiologia Clinica, Cnr Pisa, Fabrizio Bianchi, ha messo in evidenza come un quarto delle malattie sia dovuto a fattori di rischio ambientali modificabili e gli effetti sulla salute non riguardano solo i tumori ma anche malattie cardiovascolari e respiratorie.

Il caso di Galatina

Tra i siti oggetto di attenzione e indagine ha citato Galatina, in provincia di Lecce. Lì, per i sindaci dei comuni limitrofi, l’impianto cementiero è classificato come industria insalubre di classe 1, in base al testo unico delle leggi sanitarie, ed è indicato come possibile causa dell’incidenza dei tumori polmonari (+37 casi rispetto alla media della provincia di Lecce) dato che lo stabilimento è situato ai margini di un’area urbana caratterizzata, secondo rilevazioni Arpa, da livelli di particolato fine costantemente superiori alla soglia raccomandata dall’Oms.

Il professor Giuseppe Pelicci ha messo in evidenza che l’ereditarietà e quindi la genetica è responsabile solo per il 10% come causa di insorgenza tumorale, in particolare alla mammella. Quanto sia da attribuire all’inquinamento ambientale non è dato saperlo con precisione, ma dagli esperimenti sulle cavie è emerso che, in ambienti totalmente protetti e in condizioni geneticamente controllate, emerge una percentuale di possibilità di ammalarsi di tumore spontaneo risibile, cioè 1 o 2% della popolazione.

Federico Valerio, chimico ambientale, ecoistituto Reggio Emilia e già direttore del dipartimento di chimica ambientale dell’Istituto Tumori di Genova, è stato netto nel descrivere i pericoli dell’utilizzo del Css, come combustibile nei cementifici, precisando che il mercurio il tallio il cadmio non sono attenzionati.

Carlo Romagnoli, medico Isde Italia Umbria, ha evidenziato che solo con un attento esame delle matrici ambientali, si può capire come stanno veramente le cose e che tipo di carico ambientale sia già in atto.

L’inquinamento nella Conca Eugubina

Forse saremo, involontariamente, assimilati alle sfortunate cavie da laboratorio. Una cosa è certa, i Comitati e le Associazioni, hanno messo il dito nella piaga, il Css-C è stata l’ultima goccia.

Per Gubbio e la Conca Eugubina, si aggiunge all’inquinamento determinato da altri combustibili come petcoke, oli combustibili e quei rifiuti già permessi dall’Aia.

Il problema va affrontato una volta per tutte. Sul banco degli imputati non ci sono solo le patologie tumorali, che hanno bisogno di tempi lunghi per manifestarsi e devastare la vita di individui e famiglie, ma tutte le altre patologie polmonari, cardiovascolari, sviluppo neuro-cognitivo, eccetera.

Perché si è ignorato tutto fino ad ora? Del resto, se il Ministro dell’Ambiente non riesce a portare in Consiglio dei Ministri il disegno di legge «Terra mia», contro i trafficanti di veleni per i veti incrociati di Pd e Italia Viva, e se una deputata di Italia Viva, Silvia Fregolent, dichiara che non si vuole un «Ministro Rambo», di che vogliamo parlare?

Ambiente e salute sono strettamente connessi, ma la politica ignora le indicazioni della scienza.

Vuole dati certi, dimenticando che chiunque amministri, a tutti i livelli, deve agire immediatamente e scientemente al minimo sospetto di pericolosità per la salute pubblica, secondo il principio di precauzione, sempre più ignorato.

Ernesta Cambiotti

 

 

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