GUBBIO

Un distretto del cemento
oscurerà la città medievale?

Gubbio minacciata dal cemento e dal Piano Regionale Rifiuti

 

Gubbio da «la più bella città medievale» a «distretto del cemento». Forse è anche per questo che qualche giorno fa, nella splendida cornice del chiostro del convento di San Francesco, si è svolto l’incontro dibattito dal titolo emblematico: «Quale verde Umbria?».

Il Piano Regionale dei Rifiuti dell'Umbria prevede inceneritori e nuove discaricheGli argomenti sono quelli trattati da mesi, riguardanti anche realtà diverse da Gubbio, ma ai quali viene data una relativa importanza. In città ci si confronta sulla qualità dell’aria, buona, dicono tutti… addirittura anche qualche grande associazione ambientalista.

Allora perché sembra che ci siano tante persone con malattie oncologiche, delle vie respiratorie e con problemi «cognitivi»? E, ancora l’autismo ed il disturbo dell’attenzione (Adhd) è in preoccupante crescita?

L’incidenza dei tumori

Nel documento dell’Asl 1 Umbria, del 9 febbraio 2022, inviato al Sindaco di Gubbio sulla necessità dell’Autorizzazione di Impatto Ambientale per l’utilizzo come combustibile del Css Combustibile nei due cementifici presenti da decenni sul territorio, si legge: «Un’altra condizione che impone cautela risiede nella particolare incidenza e mortalità nella popolazione del territorio eugubino per neoplasie (tumori) del tratto aerodigestivo da anni documentato dal Registro Tumori Umbro Popolazione (Rtup) che non può non imporre la massima attenzione e accuratezza preventiva nel valutare fonti di inquinamento».

In genere ci si preoccupa del lavoro, dell’economia, ma della salute? Le scelte politiche e strategiche, in un periodo di dubbia «transizione ecologica», sembrano orientate a un ritorno al passato, ma ora ci sono le conoscenze scientifiche per sostenere che è un grossissimo errore.

La gestione dei rifiuti è fondamentale. Il rifiuto deve diventare una risorsa, per tutti, attraverso l’Economia Circolare per il recupero delle materie prime seconde, il riuso, il riciclo, e mai, attraverso l’incenerimento.

La legge di Lavoisier

Incenerire in qualunque impianto basato sulla combustione dei rifiuti, non sfugge alla nota legge di Lavoisier: «nulla si crea nulla si distrugge».

Con l’incenerimento i rifiuti si trasformano in prodotti non esistenti in natura e quindi non biodegradabili. Concetto ribadito nello stesso documento dalla Asl in conseguenza della produzione di «Microinquinanti che possiedono, tra le altre cose, marcata patogenicità neoplastica (tumorale) immunologica, neurodegenerativa. Persistenza inoltre elevata nell’uomo e nell’ambiente (bioaccumulo)».

Attraverso la stampa, anche estera (studi della fondazione Toxicowarch sugli inceneritori di Lituania, Repubblica Ceca, Spagna, Belgio) si apprende come, intorno agli inceneritori, ci sia un incremento di sostanze nocive e un bioaccumulo di diossine tanto che in Belgio (Berlingen) le autorità sconsigliano l’uso di alimenti come le uova prodotte in prossimità dell’inceneritore lì presente e che è entrato in funzione appena un anno prima (2020).

Per Gubbio bruciare resta pericoloso

Ci sono studi e relazioni dell’autorità sanitaria che non lasciano spazio ad altre interpretazioni. Bruciare è pericoloso per tutti: dipendenti (esposti diretti) e cittadini (esposti involontari).

Si possono mettere i filtri più sofisticati che si vuole, ma non siamo sicuri che i gas, le polveri ultrafini, i metalli pesanti e i vapori vengano trattenuti.

Spesso quello che risulta un danno (e a volte può uccidere) non si vede. Viene disperso nell’aria e poi penetra, anche dopo chilometri, nel terreno, nell’acqua, quindi viene respirato, mangiato e bevuto.

Poi si può raccontare di tutto. Si possono usare parametri diversi da quelli raccomandati, ad esempio, dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità, che ha ulteriormente abbassato a 10 microgrammi per metro cubo nelle 24 ore il limite raccomandato per le Pm 2,5 (i parametri utilizzati ora dall’Arpa sono 25 microgrammi per metro cubo nelle 24 ore!).

Il Piano Regionale dei Rifiuti

Forse la gente è così stanca che non si sofferma più a riflettere. Eppure è più che necessario.

Riflettere non è una pratica che può riguardare solo i «pericolosi ambientalisti», ma riguarda tutti, soprattutto le generazioni future.

Vogliamo fingere che vada tutto bene? Vogliamo credere che i cambiamenti climatici non ci siano e che sia normale che i ghiacciai si sciolgano o, che arrivino, ovunque, chicchi di grandine grossi come palle da tennis o uragani e tanto altro. Siamo certi che tutto ciò sia inspiegabile?

Intanto la Regione Umbria ha pronto il Piano Regionale dei Rifiuti con previsione di impianti di Incenerimento/Termovalorizzazione e discariche.

Certo si possono presentare delle osservazioni al Piano attraverso il sito della Regione, ma bisogna essere particolarmente celeri. I termini scadono già il 5 agosto… sempre che la Pec indicata funzioni.

Ernesta Cambiotti

 

Aggiornamento: Si è scoperto che la Pec indicata nell’avviso della della Regione Umbria era effettivamente sbagliata e la cartografia difficilmente consultabile. 
Per questo l’avv. Passeri ha inoltrato Istanza di annullamento in autotutela dell’avviso di avvio della consultazione del pubblico nella Vas per il Piano Regionale per la Gestione Integrata dei Rifiuti. Nell’istanza, in subordine, si chiede la proroga del termine a fine agosto.
Per effetto della correzione della Pec indicata, il termine è stato posticipato al 22 agosto. Al contempo è stata sostituita anche la cartografia.

 

 

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