GUBBIO

Il No del Consiglio Comunale
all’incenerimento del Css

Il Consiglio Comunale di Gubbio vota una mozione per il No al Css

 

Alla fine è un «No» quello che è uscito dal Consiglio Comunale di Gubbio nella seduta di ieri 11 giugno 2020, all’incenerimento del Combustibile Solido Secondario (Css) in qualsiasi forma nelle Cementerie Colacem e Barbetti, invocato a chiusura del ciclo dei rifiuti in Umbria.

Il Consiglio Comunale di Gubbio vota una mozione per il No al CssPassa la mozione di maggioranza, con emendamenti della minoranza e con la sola astensione dei tre consiglieri leghisti.

Dopo circa sei ore di dibattito, con delle sfumature, tra imprecisioni, strafalcioni e scintille, alla fine, ha prevalso il buonsenso.

La gestione dei rifiuti è un tema spinoso, spesso sottovalutato, complice del cattivo stato di salute dell’ambiente e dei suoi «occupanti».

È sciocco credere che bruciare qualcosa equivalga a distruggere, lo è di più quando si pensa che non ci siano «residui» nocivi.

Durante la discussione, animata da parole fuori luogo come «polletti», tribunale di giustizia europea e da momenti di attrito tra alcuni consiglieri, non è emersa la distinzione tra Css Combustibile End of Waste e Css rifiuto, nè si è percepita una conoscenza approfondita.

È emersa, invece, la preoccupazione per l’occupazione e per la produzione di cemento, dimenticando la vocazione tutt’altro che «industriale» del territorio di Gubbio.

Perché l’Umbria sia «il cuore verde d’Italia» non è sufficiente il colore delle foglie e dell’erba, ma contano la qualità dell’aria, delle acque, della terra e dei prodotti tipici.

Non è sufficiente non bruciare, ma è necessario riconvertire, innovare e investire per produrre senza immettere inquinanti di alcun tipo: imprenditori e amministratori locali sono coinvolti in prima persona.

Nella seduta della mattinata di ieri il Consiglio Comunale ha anche fissato dei «paletti» che andranno a incidere sulle future autorizzazioni degli impianti a Biomasse sul territorio Eugubino.

Sottolineiamo che sebbene le Cementerie Eugubine abbiano chiesto di bruciare il Css con procedura semplificata, la Regione Umbria sta verificando l’assoggettabilità Valutazione d’Impatto Ambientale (Via) in quanto l’uso di questo combustibile potrebbe generare effetti negativi sull’ambiente, sulla salute e sull’economia.

Poi, si dovrà parlare delle discariche… in un’altra puntata.

Ernesta Cambiotti

 

LA MOZIONE APPROVATA DAL CONSIGLIO COMUNALE

Incenerimento dei Rifiuti e chiusura del Ciclo attraverso il ricorso alle Cementerie
Azioni da intraprendere

Premesso Che

Il Consiglio Comunale della città di Gubbio nella sua totalità esprime in modo chiaro ed inequivocabile il No all’incenerimento del Css in qualsiasi forma presso stabilimenti industriali del territorio comunale e all’utilizzo di tale modalità per la chiusura del ciclo dei rifiuti nella Regione Umbria in quanto in evidente contrasto con una visione e una idea di sviluppo della città fondata su altri principi e visioni programmatiche incentrate sulla sostenibilità e sulla economia circolare.

Dato Che

in data 25 maggio 2020 è stata presentata presso la Regione Umbria da parte delle cementerie Colacem e Barbetti, insistenti e operanti sul territorio eugubino, una richiesta di modifica non sostanziale dell’Aia per utilizzare Css-combustibile nelle proprie attività;

tale richiesta è stata dettata da esigenze di natura aziendale dovute alla necessità di adeguamento al mutato contesto normativo europeo in materia di emissioni e di quote di CO2;

le aziende citate hanno manifestato come una eventuale negazione di tale autorizzazione potrebbe portare ad una riduzione dell’attività degli impianti di Gubbio, con evidenti ricadute dirette e indirette (indotto) sul piano occupazionale.

Considerato che

una larga parte della popolazione eugubina e dei territori limitrofi esprime forte preoccupazione per una soluzione di questo tipo in ordine ai risvolti ambientali e all’impatto sulla salute pubblica;

la modalità di richiesta da parte delle cementerie per poter bruciare CSS nei propri impianti è un procedimento semplificato che di fatto esclude la partecipazione formale (conferenza dei servizi) del Comune, dei soggetti deputati alla tutela della salute pubblica nonché dei comitati di cittadini;

analogo procedimento ha portato, ad esempio, alla pubblicazione sul BUR del 13/05/2020 di un adeguamento all’Aia per la locale impresa Maio Tech sita nella popolosa frazione di Padule per lo stoccaggio di Cdr presso il proprio stabilimento e che l’Amministrazione Comunale non è stata né informata né coinvolta;

la Giunta Regionale guidata dalla presidente Donatella Tesei, anche se nei documenti programmatici ha sottolineato come “occorre disincentivare in ogni modo il ricorso allo smaltimento in discarica o all’incenerimento che in presenza di un sistema di raccolta e riciclo efficiente sarebbe antieconomico in una realtà piccola come l’Umbria” non si è ancora espressa ufficialmente rispetto alle intenzioni di chiusura del ciclo attraverso l’incenerimento dei rifiuti nei cementifici eugubini;

i consiglieri di minoranza del consiglio regionale hanno intrapreso varie iniziative tese a pretendere chiarezza e procedere sulla strada della compatibilità ambientale, dello sviluppo dell’economia circolare e di sistemi di riciclo altamente efficienti incompatibili con qualsiasi idea di incenerimento, intimando alla Giunta Regionale di non rilasciare alcun tipo di autorizzazione in assenza di chiari intendimenti programmatici e politici;

Atteso che

La pianificazione del ciclo regionale dei rifiuti esclude l’ipotesi dell’incenerimento dei rifiuti presso i cementifici per la chiusura del ciclo, ma prevede piuttosto i seguenti passaggi essenziali:

Piano regionale dei rifiuti 2009: previsione della chiusura del ciclo attraverso il ricorso a due termovalorizzatori, uno situato nella provincia di Perugia a servizio degli Ati 1, 2, 3 e uno situato nella provincia di Terni a servizio dell’Ati 4.

Aggiornamento Piano 2015: la valutazione circa l’importante aumento delle percentuali di raccolta differenziata su scala regionale ha fatto sì che l’ipotesi di costruzione del termovalorizzatore di Perugia sia da considerarsi non più economicamente sostenibile con il ricorso ad una soluzione basata sulla produzione di Css in regione da smaltire poi presso impianti autorizzati fuori regione attraverso accordi interregionali.

Preliminare del Piano d’ambito Auri 2017: analisi di vari scenari di breve, medio e lungo periodo con analisi costi – benefici dalle quali emerge che la chiusura del ciclo con il ricorso all’incenerimento di Css-combustibile, producendo una quantità di scarto di circa il 50 per cento del sovvallo, non portando quindi al completo superamento del conferimento in discarica.

La Giunta Regionale ha espresso nella persona del vicepresidente e assessore all’Ambiente Roberto Morroni la volontà di predisporre un nuovo piano regionale dei rifiuti che sarà l’occasione per dare un indirizzo chiaro e definitivo sulla chiusura del ciclo dei rifiuti.

La stessa Auri da parte sua sta procedendo alla predisposizione del piano d’ambito regionale, per cui siamo in una situazione utile per presentare le nostre istanze e intendimenti in merito.

Tutto ciò premesso

il Consiglio Comunale dà mandato al Sindaco e alla Giunta di sollecitare la Regione a una chiara ed inequivocabile presa di posizione rispetto agli intendimenti e alle iniziative che vuole adottare per la chiusura del ciclo dei rifiuti in Umbria;

  • di pretendere che il Comune di Gubbio venga direttamente coinvolto per essere parte attiva in tutti i passaggi cruciali della vicenda autorizzativa legata alla richiesta delle cementerie di bruciare Css, in quanto si configura una oggettiva necessità di insediare una conferenza dei servizi in grado di valutare tutte le implicazioni tecniche e favorire la massima partecipazione democratica e trasparenza in tutti i passaggi. Nel caso in cui tale richiesta non venisse accolta di adottare, sulla base di fondamenti giuridico amministrativi, tutti quei provvedimenti e/o azioni, anche legali che si dovessero rendere necessari al fine di tutelare l’ambiente e la salute pubblica del nostro territorio in conformità con l’indicazione europea relativa al principio di precauzione;
  • di impegnarsi a portare avanti una idea di economia circolare di massimo ampliamento possibile della raccolta differenziata e recupero spinto di materia come elemento fondante del nuovo piano regionale dei rifiuti per adempiere alle prescrizioni europee di superamento delle discariche e per evitare il ricorso all’incenerimento;
  • di richiedere dati e informazioni dettagliate agli enti di controllo, alle associazioni ambientaliste, sindacali e di categoria, alle aziende coinvolte e in generale a chiunque possa fornire un contributo efficace in termini di approfondimento di tutti gli aspetti connessi alla complessa tematica in oggetto, ivi inclusi quelli in materia di salute pubblica, indagini epidemiologiche e ambiente, garantendo così lo svolgimento di un dibattito serio, pacato e non ideologico in seno al Consiglio Comunale e con la cittadinanza.

 

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