IL TAR SOSPENDE LA CACCIA

Dubbi di costituzionalità
sulla pre-apertura

 

Parlare di caccia è parlare di civiltà. Vuol dire mettere a confronto la «passione» e gli «interessi» di pochi con il mondo intero. Cacciatori non si nasce e non è nel Dna umano.

Si può cacciare per sfamarsi o per difendersi… ma non è proprio il nostro caso. Si può cacciare per sport, ma non lo si può fare uccidendo creature innocenti che hanno lo stesso diritto degli umani di «occupazione» del pianeta. Si può cacciare per difendere l’agricoltura, ma sappiamo benissimo che è solo «strumentalizzazione» perché esistono metodi non cruenti è sicuramente più civili per proteggere proprietà e prodotti della terra. Non solo, ma gli stessi squilibri faunistici, sembrerebbero essere «generati» da chi ha interesse che si cacci, vedendo nel patrimonio indisponibile dello stato una fonte di reddito.

Chi ripagherà i danni per l’estinzione di specie autoctone e per lo stress di chi è spettatore inerme di «stragi annunciate» e di evidente «disturbo della quiete pubblica»?

Allora il ruolo delle associazioni ambientaliste e protezionistiche diventa determinante e, a colpi di «marche da bollo», riescono a vincere delle battaglie. É il caso dell’Umbria, dove il Tar concede la sospensiva per la pre apertura della caccia a alzavola, marzaiola, germano reale, tortora, colombaccio, cornacchia grigia, ghiandaia, gazza e di selezione per gli ungulati, accogliendo parzialmente i rilievi esposti nel ricorso presentato dal Wwf.

Una «vittoria» che doveva essere diversa, più incisiva e che era stata progettata con il coinvolgimento di altre associazioni… peccato! Il mondo del volontariato è così.

Intanto si prospetta anche un futuro ricorso alla Corte dei Conti, contro la Regione Umbria e i dirigenti responsabili, per danno erariale, come già avvenuto, recentemente, in Veneto.

In mattinata, l’assessore regionale alla Caccia e all’Ambiente Fernanda Cecchini ha convocato, con urgenza, la Consulta Faunistico Venatoria, per fare il punto della situazione e cercare le contromisure contro quella che si prospetta come una «falla» che può portare a un giudizio di costituzionalità forse non proprio favorevole e, per «tranquillizzare» i cacciatori, annuncia che l’amministrazione regionale ricorrerà con un appello cautelare presso il Consiglio di Stato.

Ernesta Cambiotti

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