AMBIENTE Emergenza siccità in Umbria e nel Lazio

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni, ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza nel territorio delle Regioni Lazio e Umbria, per consentire alla Protezione Civile di fronteggiare con mezzi e poteri straordinari l’emergenza che si è determinata a seguito della crisi di approvvigionamento idrico in atto.

Nei giorni scorsi l’Osservatorio permanente sugli usi idrici nel corso della quinta riunione straordinaria aveva confermato il livello di severità idrica elevata per le Regioni Lazio, Umbria e Marche, estesa per quest’ultima anche per l’Ato n.5 (province di Ascoli Piceno e Fermo) oltre all’Ato 1 di Pesaro Urbino (già in severità alta) e Toscana, relativamente alle aree che le singole regioni hanno dettagliato nei rispettivi rapporti. Severità idrica media per la Regione Abruzzo.

Secondo una stima della Regione Umbria i danni all’agricoltura provocati dalla siccità ammonterebbero alla data del 31 luglio a oltre quattro milioni di euro. La dichiarazione dello stato di emergenza, secondo quanto affermato dall’assessore regionale alle Politiche agricole Fernanda Cecchini, è un passaggio importante ma non ancora sufficiente per contenere i danni provocati dalla siccità.

Come a dire che per far fronte ad una crisi idrica del tutto anomala ed eccezionale che ha investito l’intero territorio regionale e sta interessando pesantemente anche le zone già colpite dagli eventi sismici, occorrerebbe affiancare alla dichiarazione dello stato di emergenza anche delle norme specifiche di tutela.

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