GUBBIO

A margine del premio
Dog Friend

 

Quando si pensa di fare la cosa giusta… sbagliando di nuovo. Un sabato pomeriggio diverso dai soliti. A Gubbio si è svolta una manifestazione nata con lo spirito di suscitare maggiore sensibilizzazione nei confronti degli animali.

Dopo le polemiche nate intorno al canile di Ferratelle, qualcuno ha pensato bene di «stemperare» gli animi istituendo un premio: il «Gubbio Dog Friend». Con il patrocinio del Comune di Gubbio, la manifestazione si colloca nella splendida cornice della Sala trecentesca del Palazzo Pretorio.

Il sindaco apre con una riflessione sulle note vicende e ringrazia associazioni e volontari. Incominciano le premiazioni. Io sono presente perché un mio caro amico avrà un riconoscimento. Si tratta di Fabrizio Caira, il vigile del fuoco che, insieme al suo collega peloso Apo, ha preso parte a tante missioni. Gli altri premiati: Marco Strano, Giorgio Panariello e Francesca Toto.

Sono stati scelti da chi ha ideato la manifestazione. Nulla da eccepire se non fosse che il progetto pugliese «Canili zero», che tanto sembra piaciuta al sindaco, contrasta con la normativa della Regione Umbria, laddove precisa che un cane deve uscire dal canile solo se ha un’adozione effettiva e, chiaramente, seria e consapevole.

Quello che è successo intorno al canile di Gubbio, in fondo, forse aveva come scopo proprio l’elusione di questa disposizione. E allora mi chiedo se l’intervento del sindaco abbia snaturato la premiazione, se era opportuno parlare ancora del canile.

Le polemiche, vero, hanno dato un’accelerazione alla risoluzione di problematiche già note, ma, contemporaneamente, hanno mostrato tutta la debolezza di questa amministrazione, incerta e restia nel prendere decisioni.

Ricorderà, Filippo Mario Stirati, quel «famoso» 2 dicembre 2017, l’inizio di un incubo vero e proprio per alcuni di noi. Ricorderà quando alla sua esclamazione «bello qui!», riferendosi alla location del canile di Ferratelle, gli risposi «allora vieni con me a fare un giro». Il canile di Gubbio, non è un canile lager, non è lo schifo e la disperazione che hanno voluto far vedere, ma i problemi o le criticità, quelli c’erano.

Ci vogliono competenza e determinazione per affrontarli e risolverli. Il Gestore lo ha capito e ha collaborato per mettere in atto modifiche e migliorie utili al benessere degli ospiti.

Il primo cittadino si è preoccupato solo dell’immagine, acquiescente alle richieste, anche quelle, a volte, inopportune degli «urlatori».

Nel sabato del «Gubbio Dog Friend», la debolezza del Sindaco e dell’assessore Tasso si «mostra» agli occhi attenti di chi conosce i fatti, quando vengono chiamate per la consegna dei premi, proprio alcune delle persone che hanno «sparato» sul canile di Gubbio e dintorni.

Caro Sindaco, ultimamente non te ne va bene una. Tra i successi che elenchi, vanti la scelta di ospitare in città il progetto di integrazione degli immigrati e subito dopo, proprio a Gubbio, viene sgominata una cellula della mafia nigeriana con l’arresto di un giovane, arrivato con i barconi e richiedente asilo.

E una manifestazione che doveva nascere per aiutare gli animali, subdolamente butta benzina sul fuoco. Un boomerang, come le «famose» cucce, troppo grandi, ancora nel corridoio del canile sanitario.

Una brutta storia non si può cancellare così, con un colpo di spugna. Anche se la spugna è un bello spettacolo, con tanto di attori di tutto rispetto.

Ernesta Cambiotti

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