GUBBIO AL VOTO

A colloquio
con Ernesta Cambiotti

 

Finalmente piove sulla campagna umbra, assetata da una siccità e da un clima assurdi. Un raggio di sole, squarcia le nuvole ed attraversa la città di Gubbio. Mi incontro in Piazza Grande, una bellissima piazza pensile del tredicesimo secolo, con Ernesta Cambiotti, candidata per Fratelli d’Italia, lista che sostiene Marzio Presciutti Cinti sindaco.

Ho voluto incontrare questa donna, che conosco come brillante e determinata. Le voglio fare qualche domanda, soprattutto in merito a quello che pensa si possa fare per la sua città.

Ernesta Cambiotti mi viene in contro con un sorriso e, dopo i convenevoli di rito, subito mi anticipa: «Guardi, come ha potuto vedere arrivando sino in piazza, sono moltissime in città le saracinesche abbassate.

La crisi a Gubbio ha colpito molto duramente, più di ogni altra città in Umbria. Nonostante siamo circondati da palazzi e monumenti bellissimi, possediamo inestimabili opere d’arte, abbiamo siti naturalistici unici, qui persino il turismo langue».

In effetti, sembrano più le saracinesche abbassate che i negozi aperti, così le chiedo cosa possa fare, una volta eletta. Ernesta Cambiotti, mi risponde così: «Settantaquattro anni di governi di sinistra, hanno inaridito questa città tanto da portarla al triste primate di città più povera dell’Umbria e tra le più povere d’Italia. La disoccupazione è dilagante, 1200 giovani, soprattutto laureati, sono emigrati negli ultimi cinque anni. Quello che potrò fare, assieme a tutta la coalizione guidata da Marzio Presciutti Cinti, è effettuare una sterzata brusca, un cambio di marcia, che cancelli il clientelismo e l’assistenzialismo che sono stati la causa di quello che è successo a Gubbio. Far ripartire l’economia è poi vitale e prioritario. Metto a disposizione della comunità eugubina le mie competenze e le mie capacità professionali e gestionali».

Avendo origini eugubine, mi vengono in mente alcuni problemi storici del territorio di Gubbio. La scarsità di lavoro, le difficoltà nei collegamenti viari, i problemi dovuti all’inquinamento ambientale. Ernesta Cambiotti taglia subito corto: «Abbiamo progetti per la valorizzazione del tessuto viario comunale così da rompere questo atavico isolamento. Vogliamo applicare politiche ambientali corrette che migliorino la qualità dell’aria, dell’acqua e del suolo così da proteggere la salute dei nostri concittadini e garantire un futuro ai nostri figli.

Abbiamo progetti utili alla riduzione dell’emissione dei gas serra sul nostro territorio. Un minore impatto possibile sull’ambiente attraverso l’agevolazione di impianti di mini-eolico, solare-termico, fotovoltaico e geotermico. Sempre in tema di salvaguardia dell’ambiente è in previsione una gestione corretta dei rifiuti, che, tra l’altro, trasforma un costo in un ricavo. Tutto questo avrà un forte impatto sulla nostra economia aumentando il fabbisogno di lavoratori».

Un programma impegnativo, faccio presente ad Ernesta Cambiotti che ribatte: «Sì è impegnativo ma lo dobbiamo alla città ed ai suoi abitanti, soprattutto non lasciando più indietro le fasce più deboli e i diversamente abili. Per esempio vogliamo trasformare Gubbio in una città con zero barriere architettoniche. Vogliamo tutelare i nostri amici animali anche valorizzando collaborazioni con volontariato e guardie eco-zoofile. È ora poi che la città si doti di aree di sgambamento per i nostri cani».

Passeggiando arriviamo davanti a tre vetrine chiuse da tempo e chiedo ad Ernesta Cambiotti cosa pensa di fare in concreto: «Ripensare al commercio perché valorizzi i prodotti nel nostro territorio in agricoltura e nell’artigianato. Basta realizzare centri commerciali, invece sì a piccole realtà che costruiscano un servizio basato sul territorio e sulla sua comunità. Prodotti a filiera corta, soprattutto per l’alimentare. Insomma prodotti locali, magari biologici senza pesticidi e fertilizzanti chimici».

Per concludere questa chiacchierata le chiedo cosa intendono fare per rivitalizzare Gubbio. Ernesta Cambiotti pronta risponde:«Politiche giovanili mirate, incentivazione delle attività sportive e promozione dell’associazionismo».

Insomma le tante ricette per la cura di questa città malata ma salvabile. «La parola ora sta agli elettori»conclude salutandomi Ernesta Cambiotti.

Lino Rialti

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