BELLEZZE REGIONALI

L’incanto
del Giardino di Ninfa

 

Mercoledì 18 aprile alle ore 17.15, presso la Sala del trono di Villa d’Este a Tivoli, si svolgerà un incontro del ciclo «De Rerum Natura. Indagini e riflessioni per la valorizzazione del giardino storico» sviluppato in collaborazione tra l’Istituto Autonomo Villa Adriana e Villa d’Este e l’Associazione Parchi e Giardini d’Italia (Apgi). Questo quarto appuntamento è dedicato al Giardino di Ninfa di Cisterna di Latina.

Nel 1298 Pietro II Caetani acquistò la città di Ninfa, ampliandone il castello, aggiungendo la cortina muraria con i quattro fortini e innalzando la torre, già presente, a 32 metri, ed il palazzo baronale. Nel 1382 Ninfa fu saccheggiata e distrutta nel corso dei contrasti tra rami familiari coinvolti nelle lotte del Grande Scisma. La città non fu più ricostruita, anche se le chiese continuarono a essere officiate per gli abitanti delle vicine colline fino a parte del XVI secolo, quando il cardinale Nicolò III Caetani volle creare a Ninfa un «giardino delle sue delizie», chiamandovi Francesco da Volterra per un hortus conclusus in seguito abbandonato. Nel XVII secolo il Duca Francesco IV si dedicò alla rinascita dell’hortus conclusus ma la malaria costrinse anche lui ad allontanarsi da Ninfa. Durante l’Ottocento la «Pompei del Medioevo» (Gregorovius) era un luogo spettrale e magico ma altamente suggestivo, per cui alla fine del secolo Ada Bootle Wilbraham, moglie di Onorato Caetani, con due suoi figli, Gelasio e Roffredo, vi crearono un giardino romantico in stile anglosassone; il palazzo baronale divenne la loro casa di campagna. La realizzazione del giardino fu guidata soprattutto da sensibilità e sentimento, con libertà, spontaneità, informalità, senza una geometria stabilita, con nuove introduzioni di piante volute da Marguerite Chapin, moglie di Roffredo Caetani, aprendone le porte negli anni Trenta del Novecento a letterati ed artisti.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, fu utilizzato come base per le munizioni da parte dei soldati tedeschi, visto che gli alberi presenti permettevano di mimetizzarsi. Per volontà dell’ultimo esponente di Casa Caetani, la principessa Lelia, il 14 luglio 1972 fu istituita la Fondazione Roffredo Caetani di Sermoneta, onde poter preservare l’eredità del casato, di cui il Giardino di Ninfa è forse la parte più romantica ed evocativa. Donna sensibile e delicata, aveva curato il giardino come un grande quadro, accostando colori e piante senza forzature, ed evitando l’uso di sostanze inquinanti. Incrementò l’apparato vegetativo e, insieme alla madre Marguerite, realizzò accanto alle mura sud un rock garden, il «colletto». Il Giardino è stato dichiarato Monumento Naturale dalla Regione Lazio nel 2000 per tutelare l’habitat costituito dal fiume Ninfa, lo specchio lacustre da esso formato e le aree circostanti che costituiscono la naturale cornice protettiva dell’intero complesso, nelle quali è compreso anche il Parco Naturale Pantanello, inaugurato il 15 dicembre 2009. Pure ad esclusivo scopo conservativo e per preservare il suo delicato equilibrio ambientale, l’ingresso è regolato attraverso visite guidate.

I relatori che ci illustreranno le bellezze del Giardino di Ninfa sono Sofia Varoli Piazza, Architetto, giardini e paesaggi Aiapp, membro del Consiglio Generale della Fondazione Roffredo Caetani e del Comitato Scientifico Associazione Parchi e Giardini d’Italia, e Lauro Marchetti, Direttore del Giardino di Ninfa, già Segretario generale della Fondazione Roffredo Caetani.

Per saperne di più: www.villaadriana.beniculturali.it e www.fondazionecaetani.org.

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