LA LIBRERIA «TRA LE RIGHE»

Un punto di luce
in via Gorizia

La libreria «Tra le righe», un punto di luce in via Gorizia

 

Si corre, si corre sotto la doccia, si corre mentre mangi, si corre negli abbracci, si corre sempre. Si corre per spostarsi in città. E mentre guidi, pensi e fai correre il cervello. E sorpassi, perché hai lo scooter che ti permettere di correre nel traffico.

La libreria bistrot «Tra le righe»Però non basta correre al centro della strada approfittando del vuoto sull’altra corsia, bisogna comunque rallentare all’incrocio per opportuna prudenza.

E si, devi stare attento perché il semaforo, anche se è verde, non impedisce che possa passare qualche pedone frettoloso sulle strisce pedonali o la classica bicicletta elettrica con un tipo, con la faccia allampanata, che sembra già vedere il suo obiettivo, anche se dista ben due chilometri.

Questo è l’incrocio tra via Spallanzani e la Nomentana. Si definisce «Nomentana» perché è difficile che un cittadino romano classifichi la strada con l’appellativo di «Via». Lei è «La Nomentana» ed ha una sua dignità, prescindendo dalla classificazione stradale.

Quindi ti decidi ad accelerare con decisione, superi quell’autovettura decisa a ballare il minuetto al centro della consolare con la disperazione di tutti gli altri automobilisti che non riescono a capire quale direzione vuole prendere, ed approdi a Corso Trieste.

Il Liceo cantato da Venditti

Una panacea per gli scooteristi, essendo le due corsie di marcia divise da un’ampia siepe di pini che cadono saltuariamente sulle teste dei passanti.

Unica distrazione, oltre alle numerose strisce pedonali, è il Liceo Giulio Cesare che dovrebbe fare un monumento ad Antonello Venditti che l’ha reso famoso in una sua canzone. E cosi tra pensieri della giornata, riflessioni sui cantautori ed autobus che fanno il loro dovere di occupazione di metà della strada, si arriva all’angolo di via Gorizia.

Se non si ha niente da fare o se si ha tanto da fare conviene comunque svoltare in questa strada. Anche qui siepone centrale, macchine che cercano disperatamente un parcheggio e palazzi ottocenteschi con colori un po’ pastello. Ma ecco che sulla destra ti compaiono un tris di vetrine. Dentro colori, tanti, come non si usa più. Devi fermarti.

La libreria bistrot

È una libreria-bistrot. Entrare ti permette di vivere la stessa esperienza di quando ti cambiano una scena a teatro ed in pochi secondi ti trovi in un altro spazio e con un ritmo diverso.

Entri e trovi tanti libri sistemati in modo che non sembrino pratiche da archiviare. Sorrisi non invadenti. Puoi annusare tra i libri, come cane che cerca un tartufo, alla ricerca del libro che possa sollecitare, con le sue storie, la tua curiosità.

Ci sono anche dei foglietti rossi che spuntano da alcuni libri e rappresentano i suggerimenti dei gestori della libreria. Non sono invasivi, sono colorati e rappresentano un invito a fidarsi di loro.

Così, tramite un foglietto rosso, nasce un rapporto più stretto tra il lettore ed il libraio. Un filo inizia ad avvolgere entrambi in un groviglio di parole ed esperienze di lettura.

Poi, con assoluta calma, passi sotto un archetto e ti ritrovi in uno spazio simile ad un caffè parigino dove si può bere con tranquillità una birra mentre ti sfogli un giornale o il libro che hai appena comprato.

Gli altri tavoli sono molto vicini ed occupati da persone che sono lì alla ricerca degli stessi odori e sono tutti immersi in un soffice silenzio.

A volte tra le persone volano scambi di sguardi, che rappresentano la sintesi di discorsi che avresti desiderio d’intraprendere, a volte rimane esclusivamente l’esperienza di aver trovato una pausa nella tua frenetica giornata.

Il battito del cuore ora è normalizzato, il sangue circola in modo più sereno. Questa è la libreria Tra le righe a via Gorizia. Un punto di luce a Roma che va alimentato con la nostra presenza.

Stefano Chirico

 

 

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