IL FASCINO DEI TAIKO

Il battito del grande
tamburo giapponese

 

 

L’origine dei tamburi giapponese Taiko è avvolta nella leggenda, nel tempo mitico in cui la terra era governata dagli antichi dei.

Un giorno la Dea del Sole si infuriò a causa delle violenze di suo fratello e si nascose in una grotta. Così la terra fu avvolta dal buio totale. La vita delle persone divenne più triste e volendo richiamare il Sole fuori dalla grotta, iniziarono a danzare, a fare musica, a pregare ed, alla fine, a suonare tamburi di fronte alla grotta.

La Dea del Sole, incuriosita da ciò che stava accadendo, guardò fuori. In quel momento le persone la presero e la tirarono fuori dalla grotta. Immediatamente tornò la luce e la terra si scaldò.

Da quella volta il Taiko è suonato in occasione di importanti eventi, celebrazioni dell’estate e feste popolari. Tuttora nei sacrari shintoisti di numerose località del Giappone, viene usato un tamburo per evocare e rendere omaggio alle divinità, i kami.

Al giorno d’oggi i Taiko sono stati portati in giro per il mondo da gruppi come i Kodō.

Nell’ambito del Festival dell’Oriente, una kermesse in corso nei padiglione della nuova Fiera di Roma, si stanno esibendo due gruppi di suonatori di tamburi giapponesi. Abbiamo assistito ad una di queste performance.

Si tratta dell’esibizione del duo Nichirinka, composto dal percussionista Takuya Taniguchi e dalla suonatrice di koto Aki Sato.

Il koto è uno a corde appartenente alla famiglia delle cetre. Il corpo dello strumento è costituito da una cassa armonica, lunga circa due metri e larga tra i 24 ed i 25 cm. Su di essa corrono tredici corde di uguale diametro ed aventi stessa tensione, ognuna delle quali poggia su di un ponticello mobile, che vengono suonate con un plettro simile ad un’unghia.

Il duo Nichirinka presenta una performance di composizioni originali contemporanee di Takuya Taniguchi accoppiate a brani classici, che realizza una collaborazione ben riuscita tra il ritmo dei tamburi giapponesi e la delicata e aggraziata melodia del koto.

Il momento culminante dell’esibizione si ha quanto Takuya Taniguchi, dopo aver suonato i miyadaikos, tamburi di media grandezza e il gojinjo-daiko, che si tiene sospeso alla cintola, comincia a percuotere l’o-daiko, il grande tamburo a barile montato orizzontalmente sul suo supporto.

L’energia esplosiva che trasmette è enorme e scuote intensamente lo spettatore. Assistendo per casualità all’esibizione non abbiamo potuto fare di più che registrare il breve passaggio che vi abbiamo presentato. Per coloro che vorranno provare l’emozione di assistere al battito dei Taiko, l’esibizione del duo Nichirinka sarà ripetuta nella seconda parte del Festival dell’Oriente in programma il 1, 4 e 5 maggio.

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