CIAMPINO

Tra gli stands
di Canapa Mundi

 

Con qualche inevitabile e comprensibile diffidenza siamo andati al Canapa Mundi, la fiera internazionale della canapa tenutasi a Ciampino dal 16 al 18 febbraio.

La nuova normativa del 2016 ha permesso la diffusione della cannabis, con basso contenuto di CBS (sostanza non psicoattiva che non dà dipendenza), rendendola, di fatto, legale. Molti negozi sono stati aperti, negli ultimi mesi, in quasi tutte le principali città italiane.

Visitando i vari stand della fiera, la diffidenza iniziale è progressivamente scomparsa, lasciando posto ad un interesse, misto a curiosità, su questo che oramai è un vero e proprio settore produttivo in pieno sviluppo e con probabili ritorni economici di notevole interesse. Insomma, una nuova economia che riguarda importanti comparti del mondo del lavoro, quali l’agricoltura, l’industria tessile ed alimentare, ed il commercio più in generale.

Inoltre, il settore farmaceutico già da tempo utilizza il principio attivo della cannabis e, recenti studi, stanno cercando di dimostrare la sua efficacia nel trattamento di varie patologie come la celiachia, alcuni tipi di infiammazioni, l’epilessia, solo per citarne i principali.

Quindi, la ricerca scientifica sta progressivamente avvalorando questa sostanza naturale come utile in molte cure, senza particolari effetti collaterali.

Fra gli stand dove erano esposte confezioni di pasta, olio biologico, birra ed altri prodotti, abbiamo avuto la conferma visiva di un comparto certamente emergente ma, anche, con enormi potenzialità.

Le migliaia di visitatori che sono accorsi da ogni parte d’Italia a visitare il Canapa Mundi, rappresentano la prova che qualcosa di produttivamente concreto sta nascendo e, pur con le dovute cautele, possiamo nel prossimo futuro aspettarci degli impatti salutari per i consumatori, con positivi risvolti occupazionali sicuramente auspicabili vista la crisi economica che investe il Paese. Purché tutto sia opportunamente mirato ad uno sviluppo socialmente controllato ed ambientalmente sostenibile, anche per evitare storture che metterebbero in discussione quanto, sino ad oggi, è stato fatto.

Fabio Verelli

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