CINEMA

La periferia romana
raccontata da Marco Iermanò

Una scena del docu-film di Marco Iermanò «Documento» girato in una scuola del quartiere romano del Trullo

 

Già evento speciale al Festival di Giffoni 50 Plus il docu-film di Marco Iermanò Documento, che racconta la realtà della periferia romana, è stato scelto tra più di 400 lavori provenienti da tutta Europa alla XV edizione del Festival Internazionale della Cinematografia Sociale «Tulipani di Seta Nera» in collaborazione con Rai Cinema.

Il regista Marco Iermanò fotografato da Lorenzo Barbieri HermitteSotto la lente dell’attore e qui anche regista, Marco Iermanò (Baaria, Il grande sogno) il tema della violenza percepita dai bambini della scuola Gramsci, nella periferia del Trullo.

Un’analisi lucida e severa nello sguardo dei protagonisti chiamati a esprimersi sul tema dopo la visione di un film muto e potente in cui una donna è vittima di violenze psicologiche del compagno, ma anche razzismo, intolleranza, inclusione.

Tutti temi che il film affronta in poco più di mezz’ora in un crescendo emotivo che non si perde mai. La notevole colonna sonora finale firmata dagli artisti Alessandro Carbonara e Agnese Antonelli ne è l’essenza.

EdicolaWebTv ha incontrato Marco Iermanò sul set del suo ultimo lavoro a Lecce.

Marco Iermanò, un film davvero ricco e profondo. Cos’è «Documento»?

Documento è un film costruito sottilmente sulla metafora dello sguardo, lo sguardo come mezzo per percepire e riconoscere l’altro senza timore ma con consapevolezza. Mi colpiscono i loro occhi all’inizio del film e quelli alla fine.

Venti bambini di una naturalezza sorprendente: come è stato dirigerli?

Tolte alcune scene iniziali che li presentano, in cui si gioca a fare il cinema nel tentativo di appassionarli a un’arte, quelle della classe sono montate su un unico ciak per non porre nessun filtro con la macchina da presa.

Ho chiesto loro presenza, rapporto, di guardarmi e guardarsi negli occhi per l’appunto. In alcuni punti sono davvero esilaranti.

Si parla anche di guerra, di morte, anche se in maniera molto delicata. Non hai mai avuto paura di rappresentare certi argomenti?

Si parla di temi importanti sì, ma allo stesso tempo se ne esce con una forza che rassicura, la loro. E a quell’età lì che bisogna agire per questo il film è anche un omaggio alla figura dei maestri, ad Annamaria che è forse la vera protagonista, a quelli di vita, che ti indicano la via: «studiate perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza». Il film chiude così con una citazione di Gramsci.

La distribuzione internazionale è a cura di Francesca Delise, Ilmatic. Il film completo è disponibile su RaiPlay.

Alessandro Alongi

 

 

Lascia un commento