STAZIONE TIBURTINA

Un giovedì di inaccettabile
violenza metropolitana

 

Due gravi fatti di cronaca hanno interessato giovedì l’area della Stazione Tiburtina. Entrambi hanno avuto come protagonisti due ragazzi di origine africana.

In mattinata i carabinieri hanno arrestato un ventunenne del Gambia, senza fissa dimora e con precedenti penali. Il giovane è accusato di resistenza a incaricato di pubblico servizio e interruzione di pubblico servizio. L’uomo, a bordo di un autobus Atac della linea 545, alla richiesta fatta dai controllori di esibire il biglietto nei pressi della fermata della Stazione Tiburtina, li ha aggrediti con calci e pugni.

I carabinieri, intervenuti tempestivamente dopo la segnalazione al 112, l’hanno bloccato e accompagnato in caserma, dove è stato trattenuto in attesa del rito direttissimo. Il servizio di trasporto pubblico ha subito un’interruzione di circa un’ora.

Più grave quanto è accaduto intorno alle ore 17 in uno dei tunnel della Stazione dai quali si accede sia ai binari del treno che alla fermata della Metro B.

Michel Zama Massamba, un ragazzo nato in Congo nel 1998 ma residente con la famiglia in provincia di Roma ha accoltellato alle spalle una guardia giurata, gli ha rubato la pistola, ha fatto alcune decine di metri e poi si è puntato l’arma alla tempia facendo fuoco.

Il vigilante della società Urbe, Massimo Petrini, di 58 anni, è stato sorpreso alle spalle e pugnalato con un coltello da cucina al collo ed al braccio. L’aggressore si è poi avventato sulla guardia giurata già sanguinante. Ne è seguita una colluttazione durante la quale la guardia giurata ha perso la pistola. Il giovane africano se ne è impossessato e si allontanato. Percorsi alcuni metri fra la folla con l’arma in pugno e il vigilante alle costole, l’aggressore si è fermato, ha puntato la pistola contro se stesso e fatto fuoco, uccidendosi sul colpo.

Intanto Massimo Petrini, perde sangue dalla ferita al collo. Viene soccorso da un’infermiera diretta verso la metropolitana, che gli tampona la ferita in attesa dei soccorsi. Viene portato d’urgenza al Policlinico Umberto I. È sotto choc ma non è grave.

In ospedale sono con lui la moglie e la sorella, quest’ultima volontaria nelle zone terremotate del Lazio e dell’Abruzzo. In serata, per fortuna può già raccontare la sua terribile avventura agli amici e ai colleghi che fanno la spola per andarlo a trovare.

Marco Scauro

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