CAOS RIFIUTI

Tre mesi, e il Cda Ama
si è già dimesso

 

Il Consiglio di Amministrazione dell’Azienda Municipale per l’Ambiente (Ama) insediatosi il 19 giugno si è già dimesso. Hanno gettato oggi la spugna il presidente di Ama Luisa Melara, l’amministratore delegato Paolo Longoni e il consigliere Massimo Ranieri che hanno accusato il Campidoglio di «inerzia» e « mancanza di una concreta e fattiva collaborazione con Ama».

Che l’Ama non funzioni è sotto gli occhi di tutti: la spazzatura non viene raccolta come dovrebbe, la pulizia delle strade è insufficiente, il ciclo di lavorazione dei rifiuti capitolini resta incompleto.

Con la decisione del Cda di lasciare l’Ama si avvia al settimo cambio di vertice in tre anni. All’arrivo della giunta pentastellata in azienda siedeva Daniele Fortini che, nominato durante l’era di Ignazio Marino era rimasto con il commissario Francesco Paolo Tronca. Andò via al termine di un duro scontro con l’allora assessore all’ambiente Paola Muraro, dimessasi successivamente per guai giudiziari.

La Raggi nominò al suo posto Alessandro Solidoro, vicino all’allora assessore al bilancio Marcello Minenna, che si dimetterà nel 2016 lo stesso giorno che questi sbatte la porta insieme al capo di gabinetto Carla Raineri.

Poi fu la volta di Antonella Giglio, che lasciò la dirigenza nel 2017, seguita da Lorenzo Bagnacani che lasciò proprio dopo uno scontro durissimo sul bilancio e il credito di 18 milioni sui servizi cimiteriali. Sempre per il nodo bilancio Ama si dimise l’ex assessore Pinuccia Montanari.

In tutto questo caos a rimetterci sono i romani costretti a convivere con i cumuli di rifiuti nelle strade e l’immagine di fronte al mondo della Capitale d’Italia.

Marco Scauro

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