DEGRADO URBANO

Tiber II, la motonave spiaggiata
trasformata in dormitorio

Tiber II, la motonave spiaggiata trasformata in dormitorio

 

Sul lungotevere della Vittoria c’è una grossa imbarcazione, la cui inconsueta posizione è visibile persino nelle foto satellitari, come l’applicazione Google Earth. Si tratta del Tiber II, una vecchia motonave di 38 metri di lunghezza per 8 di larghezza, che nel 2008 in occasione di una piena del Tevere, ruppe gli ormeggi e finì sul greto del fiume.

Tiber II, la motonave spiaggiata trasformata in dormitorioEra adibita al mai decollato servizio turistico sul Tevere e da allora i proprietari non si sono preoccupati di rimuoverla e farla rottamare. Ne sono intervenuti, come avrebbero dovuto per intimarglielo, gli Enti locali –  Comune e Regione Lazio – o l’Autorità di Bacino del Fiume Tevere.

Del relitto del Tiber II si torna a parlare periodicamente, come ha fatto Il Giornale con un articolo del 13 aprile firmato da Elena Barlozzari e Alessandra Benignetti.

Due giornaliste coraggiose, perché la motonave è divenuta un vero e proprio dormitorio per degli sbandati, forse dei nomadi – come suggerisce l’articolo –, che poco gradiscono vedere qualcuno che viene a «ficcare il naso».

A proteggere la privacy degli occupanti della motonave c’è perfino un guardiano. Si tratta del signor Nicola, un romeno sulla sessantina, con i suoi due cani da guardia che lanciano alle interlocutrici minacciosi latrati.

«Io non abito qui – racconta –, sono il guardiano. Il proprietario mi paga per controllare che a nessuno venga l’idea di occuparlo».

Le due croniste notano come dalla chiglia melmosa sporga un impianto fognario del tutto rudimentale: un tubo che finisce dritto dentro ad un catino pieno di liquami, la cui probabile destinazione finale è proprio il Biondo Fiume.

Sul parapetto fanno inoltre mostra di se due grosse taniche d’acqua, ad uso degli occupanti del relitto. Non si sa quanti siano ne a quali occupazioni siano dediti.

Anche se i residenti della zona non fanno più caso all’ingombrante presenza del Tiber II, la motonave trasformata in rifugio di sbandati è un altro dei segnali evidenti del degrado della Capitale.

«È qui da più di un decennio e, dopo tante denunce, noi residenti, ci siamo rassegnati», racconta una ragazza che sta facendo stretching nelle vicinanze.

Ma non ci si può rassegnare. La rinascita della città comincia anche combattendo le situazioni di degrado e di inquinamento. Sarebbe proprio ora di mettere fine allo scempio del Tiber II, provvedendo finalmente alla rimozione e allo smantellamento dell’ingombrante relitto.

Marco Scauro

 

 

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