SANTA PALOMBA

Non illudetevi, non eravamo lì
per un selfie

Santa Palomba dice No al termovalorizzatore di Roma

Leggo per caso su La Repubblica (per caso, perché in genere evito di leggerlo) che sabato, alla raccolta firme contro la collocazione del termovalorizzatore di Roma a Santa Palomba, all’altezza del ventesimo chilometro della via Ardeatina, erano presenti cittadini venuti fin là soprattutto per un selfie con Virginia Raggi.

Santa Palomba dice No al termovalorizzatore di RomaForse il giornalista non ha capito con chi ha a che fare. Molte di quelle persone se ne fregano dei selfie e sono reduci da battaglie che da sempre si combattono su questo territorio che non è Roma, ma dove, ahimé, si incuneano le sue propaggini comunali, e che la Città Eterna considera da sempre la sua pattumiera fisica e sociale (un po’ come quando, nell’ultimo angolo del terrazzo o della cantina, mettiamo vecchi piatti rotti o scatole di vestiti che non si usano più).

Sbagliato! Il territorio che va dai Castelli a Torvajanica, passando per Pomezia, è ricco di una storia addirittura precedente a quella di Roma, cantata da Virgilio nell’Eneide.

Torri medievali, casali, laghi solforosi, sugherete, antichissimi toponimi latini, e poi aziende agricole e vinicole, un tessuto industriale di valore, città di fondazione, la Riserva naturale di Decima-Malafede e un antico borgo, Pratica di Mare, amato da Carlo Verdone, Sergio Leone e Ugo Tognazzi.

Infine, si arriva al mare dove, secondo il mito, sbarcò Enea. Gli abitanti di qui, Santa Palomba, Pomezia, Santa Procula, Albano, sono abituati all’assalto dei romani e alle barricate per difendersi.

Le battaglie contro il biogas e la discarica di Falcognana, quelle a favore del vincolo di Tor Maggiore e Valle Caia, l’ultima contro la discarica di Roncigliano, hanno «allevato» una generazione di combattenti per il diritto a vivere su una terra che non è spazzatura, non può essere il Deus ex machina dei problemi della Capitale!

L’housing sociale, peraltro voluto dalla Raggi, consta di una serie di palazzi-mostre che deturperanno il paesaggio dell’Agro Romano e condannerebbero all’ esilio mascherato le fasce più deboli della popolazione, deportate in mezzo al nulla di via della Cancelliera.

Anche i rifugiati africani, ospitati in un hotel vicino alla stazione di Pomezia, sembrano confinati là per dare meno fastidio possibile ad occhi perbenisti (che plaudono ai salvataggi in mare, purché poi i salvati se ne stiano lontani dai quartieri benestanti).

La guerra contro il termovalorizzatore a Santa Paolomba, quindi, è solo all’inizio e qui i cittadini sono pronti alla mobilitazione e all’ennesima difesa del loro territorio. Altro che selfie!

Anna Paola Mattei

 

UN PATRIMONIO DI SANTA PALOMBA

Passeggiando fra laghi sulfurei e antri oracolari del 18 aprile 2021

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