CHIUDE LA GALLERIA GIOVANNI XXIII

Roma nord
verso la paralisi

 

Un nuova chiusura della Galleria Giovanni XXIII metterà in ginocchio il quadrante nord della città. Dopo gli stop dei mesi scorsi per il rifacimento dell’illuminazione il Campidoglio annuncia una interruzione del transito, a fasi alterne, per ben cinque mesi a partire dal 20 gennaio.

Come nel caso della chiusura delle stazioni della Metropolitana il Campidoglio cerca di giustificarsi dicendo che si tratta di una manutenzione completa dell’intero tratto di 2,9 chilometri attesa da anni.

«Gli interventi – ha spiegato l’assessore comunale alle Infrastrutture Linda Meleo – riguarderanno il rifacimento dell’asfalto e di tombini e caditoie a partire dalla ‘canna nord’ in direzione di Pineta Sacchetti e poi nella parte sud verso lo stadio Olimpico».

I lavori, per i quali sono stati stanziati cinque milioni di euro, saranno divisi in due tranche da 75 giorni ciascuna. Oltre alla posa di un nuovo manto di asfalto saranno anche riqualificati i marciapiedi interni, rimessi in quota i tombini, installati gli attenuatori d’urto in corrispondenza delle uscite e ripristinate le barriere di sicurezza danneggiate dagli incidenti. La decisione di chiudere in modo alternato le carreggiate, e non allestire un cambio di corsia, è stata presa per motivi precauzionali.

Ma per gli abitanti dei quartieri Trionfale, Pineta Sacchetti, Monte Mario, Camilluccia, Balduina che sono condannati a mesi di ingorghi, è assolutamente inspiegabile perché tali lavori non siano stati eseguiti contestualmente a quelli per rifacimento dell’illuminazione da parte di Acea né perché debbano partire in piano inverno e non in estate quando la morsa del traffico sulla città di allenta.

La spostamento dei lavori in estate sarebbe la misura minima alla quale un’amministrazione comunale seria dovrebbe dare corso.

Vincenzo Fratta

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