ABORTISTI SCATENATI A ROMA

Rimosso il manifesto
della onlus Provita

 

Per i quantantanni della legge 140 che il 22 maggio 1978 ha introdotto l’aborto in Italia, l’onlus Provita aveva fatto affiggere a Roma un grande manifesto 7×11 su un palazzo di via Gregorio VII nel quartiere Aurelio. Dopo le proteste della sinistra abortista il Comune a guida Cinque Stelle si è affrettato a farlo rimuovere. L’intento dichiarato dai promotori dell’iniziativa era quello di «scuotere le coscienze» riaffermando che l’interruzione volontaria della gravidanza (Ivg) «sopprime un essere vivente, non un grumo di cellule».

Nel cartellone, accanto alla fotografia di un feto di 11 settimane, comparivano le scritte: «il tuo cuore batteva già dalla terza settimana dopo il concepimento, già ti succhiavi il pollice, tutti i tuoi organi erano presenti». E la frase conclusiva che si rivolge direttamente al passante che legge il murales: «Tu sei qui perché tua mamma non ti ha abortito».

Secondo quanto si è appreso il Comune di Roma avrebbe ordinato alla società di gestione dello spazio pubblicitario all’Aurelio, di togliere il manifesto anti-aborto senza neppure informare ufficialmente la Provita delle motivazioni della rimozione. «Riteniamo sia legata quanto già dichiarato dal Campidoglio in merito al Regolamento per le affissioni perché violerebbe i diritti e le libertà individuali, ma ovviamente pensiamo sia assurdo» spiegano dalla onlus Provita che già annuncia ricorso contro la decisione del Comune.

La onlus ricorda in una nota che la legge 194 «Si è preoccupata ben poco di tutelare la maternità, consentendo invece di sopprimere bambini non ancora nati». Provita calcola che dal 1978 sarebbero stati più di 6 milioni gli aborti praticati in Italia, «senza contare le vite che si sopprimono in solitudine, tra le pareti domestiche, con le pillole abortive fra le quali la Ru 486, il ‘pesticida umano’, che ha già causato quasi 30 morti anche tra le donne che l’hanno assunta».

Vincenzo Fratta

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