L’abbattimento delle lunghe liste di attesa per le visite specialistiche nelle strutture sanitarie pubbliche è il tema che maggiormente interessa i cittadini del Lazio chiamati alle urne il 12 e 13 febbraio.
Ed è, al tempo stesso, il punto dolente della gestione uscente della Regione Lazio. Lo sa bene Francesco Rocca, candidato del Centrodestra alla carica di presidente della Regione Lazio, che ha annunciato: «In un anno riporterò i tempi di attesa per le visite specialistiche nei tempi previsti dalla normativa».
I 5 anni persi da Zingaretti e D’Amato
Ma lo stesso, più o meno, lo sostiene anche Alessio D’Amato. Che rappresenta invece l’alleanza tra Pd e Terzo Polo e che, nel suo programma elettorale, parla letteralmente di «azzeramento delle liste d’attesa». L’obiezione, però, viene spontanea: «perché, allora, non ha provveduto a farlo nei cinque anni scorsi, durante i quali è stato assessore alla Sanità nella giunta Zingaretti?».
Lui si destreggia. O si arrampica sugli specchi. Sfornando questa pseudo spiegazione: «Innoveremo nella continuità». Alé. Un’altra formuletta da aggiungere all’infinito repertorio dei politici che si autoassolvono: siamo già stati bravi, o bravissimi, e lo saremo ancora di più; se poi qualcosa non funziona come dovrebbe, eh beh, non è certo colpa nostra… Chiaro, no?
La differenza, a parità di dichiarazioni, sta nella credibilità di chi le fa. La medesima affermazione può costituire un impegno autentico, al di là delle difficoltà che poi si dovranno affrontare per concretizzarlo, o ridursi alla classica promessa acchiappavoti. Che intanto la scodelli e la sfrutti. E dopo si vedrà.
L’esperienza di Rocca in Croce Rossa
Francesco Rocca arriva dalla direzione della Croce Rossa Italiana, dove è stato riconfermato tre volte a partire dalla nomina iniziale nel gennaio 2013. Nel frattempo è stato anche chiamato alla presidenza della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa.
Alessio D’Amato, lo abbiamo ricordato, è il responsabile uscente della Sanità regionale. Ergo, è già stato alla guida del «treno» che adesso promette di riportare alla massima puntualità. Ma che con lui ai comandi tanto puntuale non era. Visto che, ad esempio, per una risonanza magnetica si aspettano nel Lazio 343 giorni. Decisamente fuori tempo massimo.
Sembra ovvio: Alessio D’Amato va giudicato per quello che ha fatto e non fatto, nei lunghi anni della sua gestione concreta, e i risultati sono quelli che sono.
Francesco Rocca, al contrario, andrà valutato per quello che riuscirà a fare durante il suo mandato. Ma merita un’apertura di credito.
Gerardo Valentini
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