IL RITARDO DEL CANNONE

Quell’interminabile
minuto di attesa

 

Lunedì 10 giugno il cannone del Gianicolo ha segnalato a romani e turisti lo scoccare del Mezzogiorno con un minuto di ritardo. Sembra sia la prima volta che accade, dal lontano 1847, quando Papa Pio IX l’istituì la consuetudine dello «sparo» per evitare che nelle chiese di Roma ogni sagrestano suonasse «il suo» mezzogiorno.

Il ritardo è dovuto alla superficialità con il quale era stato scelto il soldato preposto alla bisogna. Per far sparare l’obice del Gianicolo occorre tirare con molta forza una corda. Ma quel giorno a tale compito era stata adibita un giovane soldatessa che di forza fisica non ne ha a sufficienza.

Così dopo quasi un minuto di tentativi andati a vuoto, tra lo stupore e le risa dei turisti presenti, è dovuto intervenire l’altro militare, che al primo colpo è riuscito a sparare.

Un piccolo inconveniente che deve aver scottato molto la valida soldatessa e dimostrato la superficialità dei suoi superiori che non hanno tenuto conto della forza fisica occorrente per far sparare il cannone.

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