EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA

Nella Capitale irregolari
5.760 alloggi Ater

 

Prima il reddito di cittadinanza a chi lavora in nero, poi i furbetti del cartellino, anni addietro i falsi invalidi… oggi case popolari a chi non ne ha diritto. E parliamo di quasi seimila persone che a Roma posseggono un immobile di proprietà pur sfruttando l’occasione di canoni popolari in case dell’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale (Ater) denominazione assunta nel 1990 dall’ex Istituto Autonomo Case Popolari (Iacp).

La Capitale si risveglia con la consapevolezza di una ingiustizia perpetrata ormai da anni nei confronti di quanti avrebbero davvero bisogno di una casa popolare. È come se un intero quartiere vivesse nelle case popolari in maniera illegittima. Del resto è una alternativa conveniente, visto che il canone d’affitto minimo è pari a soli 7 euro e 75 centesimi al mese.

Dalle prime verifiche avviate da una società esterna, la Cerved, su incarico della Regione Lazio, su un totale di circa 48 mila alloggi ben 5760 risultano irregolari, con i titolari che vantano un appartamento di proprietà altrove, nella stessa Roma, o nell’hinterland, o addirittura al mare e in montagna.

Quindi potrebbero tranquillamente vivere senza pesare sulla comunità fruendo delle case popolari a canoni ridotti. E soprattutto, togliendoli così dalla potenziale disponibilità di chi ne avrebbe bisogno davvero. La verifica incrociata è iniziata a giugno analizzando i dati del catasto e confrontandoli con nomi e atti patrimoniali degli affittuari. I risultati hanno sconcertato anche gli ispettori: nella Capitale, il 12% degli inquilini che nella Regione Lazio usufruiscono degli alloggi Ater risulta possedere una seconda casa.

A breve partiranno le verifiche ultime per stabilire chi, tra questi, può giustificare l’anomalia e chi, invece, sarà costretto ad abbandonare immediatamente l’appartamento Ater per destinarlo a chi ne ha diritto secondo la graduatoria già stilata da tempo.

 

Nella foto di copertina: la brutta edilizia popolare degli anni Settanta. Sopra: un edificio della Garbatella, edilizia popolare «di qualità» degli anni Venti

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