MUNICIPIO IV

Uno schiaffo alla democrazia
ed uno al buon senso

Municipio IV. Il sindaco impone al territorio Roberta della Casa, la presidente bocciata da tutti i suoi consiglieri

 

Ha del surreale e al tempo stesso è di un’estrema gravità la crisi istituzionale che ha attinto il Municipio IV. Nei giorni scorsi la presidente Roberta Della Casa è stata sfiduciata dal Consiglio municipale, con il conseguente scioglimento di tutti gli organismi politici, e subito è stata rimessa a capo dell’ente locale dal Sindaco Raggi in qualità di sua delegata.

La sede del Municipio IV in via Tiburtina nei pressi del GraUn presidente sfiduciato è un accadimento che possiamo definire «fisiologico» in quanto in ogni consiliatura degli attuali 15 Municipi (e dei precedenti 19) è accaduto che qualcuno dei consigli si sia sciolto anticipatamente.

Quello che è successo nel Municipio IV è invece una novità assoluta. Vediamo perché.

La mozione di sfiducia al presidente

La mozione di sfiducia viene presentata di norma dai 10 consiglieri di opposizione con l’obiettivo di stigmatizzare un comportamento della presidenza o della sua maggioranza da essi ritenuto particolarmente grave, oppure con il più ambizioso obiettivo di attrarre lo scontento di almeno 3 dei 15 consiglieri di maggioranza, provocando così la caduta del Presidente e lo scioglimento degli organismi politici dell’ente locale decentrato.

Quasi sempre i consiglieri di maggioranza «in rotta» con il Presidente si sono mossi sulla spinta di un esponente di «spicco» dei partiti alleati, «frustrato» per non essere stato a suo tempo scelto come candidato presidente dalla coalizione di appartenenza.

Quando il «maldipancia» della maggioranza aveva origine all’interno al partito che esprimeva il presidente del Municipio, lo si «curava» di norma in casa, ossia veniva «fatto rientrare» dal vertice cittadino o nazionale dello stesso partito.

Per la prima volta, nel caso dello scioglimento del Municipio IV, a presentare la mozione di sfiducia al presidente è stata invece la sua maggioranza di 15 consiglieri al completo, peraltro tutti esponenti del Movimento Cinque Stelle, in quanto questo partito fino alle scorse comunali si presentava da solo e mai «in coalizione».

Bocciata dal suo intero partito/maggioranza

Quella di Della Casa è pertanto una bocciatura senza precedenti, che non avrebbe dovuto prevedere alcun appello. Viceversa il sindaco di Roma Virginia Raggi ha delegato la stessa presidente sfiduciata dal suo stesso partito/maggioranza a governare in sua vece il Municipio di via Tiburtina.

Così fino allo svolgimento delle elezioni, l’ex presidente ora delegata Della Casa amministrerà da sola questa porzione della città di 180mila abitanti, senza giunta, senza l’attività propositiva e di controllo del Consiglio municipale, senza una maggioranza e senza un’opposizione.

Uno schiaffo alla democrazia e un’altro al buon senso. L’ennesima clamorosa smentita degli ideali, dei propositi e dei metodi che avevano portato i pentastellati al governo del Paese e alla guida della Capitale.

Non sappiamo se prima della sfiducia i vertici del M5S o la stessa sindaca abbiamo cercato di convincere i consiglieri del Municipio IV a tornare sui loro passi. In ogni caso la decisione della Raggi di imporre la Della Casa contro il volere del suo partito è particolarmente grave.

Bullismo istituzionale

E a cose fatte sembrano essersene accorti anche all’interno del suo partito. Se nei giorni precedenti la nomina qualche malumore era trapelato tra gli altri presidenti di municipio pentastellati, dopo la nomina della delegata del Sindaco ad uscire allo scoperto è stata la presidente del Municipio V Monica Lozzi che ha accusato la Raggi di fare «bullismo istituzionale».

«Oggi, con questa nomina abbiamo definitivamente sancito la fine dei nostri valori. Con questo atto di bullismo istituzionale – ha dichiarato Lozzi – la sindaca ha di fatto calpestato la volontà del Consiglio del IV Municipio. Con la scusa di voler garantire la continuità amministrativa, nonostante il voto espresso in aula andasse proprio nella direzione opposta» il sindaco «ha di fatto tutelato la sua ‘protetta’ contro la volontà della maggioranza».

Proteste contro la decisione della Raggi sono naturalmente state espresse da tutte le forze politiche. Dagli esponenti laziali e locali del Pd, Bruno Astorre e Andrea Casu, a quelli della Lega e di Fratelli d’Italia.

Maurizio Gasparri, commissario di Forza Italia per Roma Capitale, ha stigmatizzato la decisione della sindaca di far rientrare dalla finestra l’ex presidente. Con gli altri parlamentari romani di Fi spiega Gasparri «abbiamo inviato una contestazione al Prefetto che forse, ha sortito qualche effetto perché apprendiamo che la sindaca, che assume le funzioni di subcommisario, non ha dato una delega formale alla Della Casa, ma comunque l’ha nominata suo consulente gratuito per trovare evidentemente un modo per aggirare le norme e le regole che il Comune di Roma e il sindaco devono rispettare. Pertanto, rinnoveremo le nostre contestazioni presso la Prefettura e vigileremo».

Indifferente a quando avvenuto intorno al Municipio IV si è mostrato invece il ministro Di Maio che si è affrettato ad incontrare Virginia Raggi dando un segnale inequivocabile della sua volontà di ricandidare il prossimo anno il peggior sindaco che la Capitale abbia mai avuto.

In conclusione parafrasando un slogan caro ai pentastellati possiamo affermare che nel caso del Municipio IV «uno non vale uno» ma conta assai più di quindici.

Vincenzo Fratta

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