(DIS)SERVIZI PUBBLICI

È inverno, ma i nasoni
restano a secco

 

Quando una amministrazione comunale non riesce più nemmeno a far uscire l’acqua dalle fontanelle, è un segno di palese inerzia, pericolosa ed imbelle, che mina (pur nel suo piccolo) la qualità della vita dei romani e dimostra quanto sia oscuro il momento che attraversa Roma.

Famosa era la qualità e l’abbondanza dell’acqua che per secoli è stata la vera ed acclarata ricchezza di Roma, sin dai tempi degli antichi romani e, a riprova, basta vedere gli acquedotti e le fontane che nel corso dei secoli sono state realizzate e, molte, ancora in attività.

Ma dopo l’emergenza siccità della scorsa estate, con la fine dell’eccezionale calura e l’inizio delle piogge autunnali, in una città normale si doveva tornare, appunto, alla normalità.

Invece, girando per la città vediamo quasi tutti i nasoni (così sono dette le fontanelle romane) a secco.

Le fontanelle, nelle piazze e nelle strade, erano per i romani una tradizione, un punto di riferimento, una utilità per tutti, dai bambini ai barboni.

Ma per il Campidoglio, l’emergenza siccità è finita o no da mesi? Dopo i tanti temporali caduti sul territorio e vari interventi sulla rete idrica, la situazione dovrebbe essere migliorata. La sindachessa, a questo punto, dovrebbe ordinare il ripristino immediato della funzionalità di tutte le fontanelle per ridare, finalmente, un piccolo ma significativo servizio e, forse, un sorriso ai cittadini, che ogni tanto non guasta.

Fabio Verelli

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