VERDE PUBBLICO

In attesa delle pecore
arrivano i vitigni

 

L’amministrazione comunale a Cinque Stelle ha fatto collocare a largo Argentina due coppie di vasi che contengono reticolati di foglie di vite, le piante da cui nasce l’uva. Secondo l’assessore all’Ambiente Giuseppina Montanari gli archi di vitigni farebbero ombra, riqualificherebbero le aree pedonali e sarebbero addirittura da intendersi come «un omaggio al culto del vino dell’antica Roma». L’iniziativa verrebbe presto estesa ad altre aree pedonali, da piazza San Silvestro a via Baccelli.

Questa forma minimale di arredo urbano, anche se inconsueta, non avrebbe in se niente di strano se non arrivasse da coloro che hanno annunciato – anche se poi non realizzato – l’utilizzo di greggi di pecore per tagliare l’erba dei parchi della capitale. E soprattutto se non fosse caricata di così rilevanti significati da un’amministrazione che si è dimostrata palesemente incapace di effettuare la manutenzione ordinaria e straordinaria del verde pubblico cittadino: erba non tagliata nei giardini e nei parchi, monconi di alberi e alberelli morti non rimossi, potature sia di contenimento sia di messa in sicurezza non effettuate.

«I parchi puliti, i giardini curati, le ville conservate, gli alberi potati, i prati ben mantenuti, le piante innaffiate – ricordava Pierluigi Battista sul Corriere della Sera – non costituiscono solo una salutare e doverosa difesa dell’ambiente, ma sono anche un potente elemento di coesione sociale, rendono la vita della città più gentile, rafforzano i legami di cittadinanza e consolidano il senso di appartenenza».

Ciò sembra essere estraneo all’amministrazione comunale che, collocando i vasi con i viticci ha pensato di «far rivivere il culto del vino, la tradizione enologica che caratterizzava la vita degli antichi romani» come ha dichiarato convinto il responsabile dei parchi di Roma Vitaliano Biondi, uomo di fiducia dell’assessore pentastellato all’Ambiente che lo ha chiamato da Genova.

«Vogliamo creare dei percorsi tematici» ha chiarito la Montanari «le viti per il vino nell’antica Roma, le rose per richiamare i ‘ florealia’, le feste in cui gli antichi romani spargevano petali di rosa per la città».

Mentre attendiamo di vedere via del Corso coperta di petali di rosa, nutriamo invece seri dubbi che l’iniziativa già avviata riesca ad assolvere almeno la semplice funzione di riparare dal sole turisti e romani. L’arco con le piante di vite, molto sottile e lungo appena undici metri, difficilmente farà ombra sufficiente. Allo scopo occorrerebbe un vero e proprio pergolato rettangolare.

Inoltre resta sempre il problema della inesistente manutenzione di piante e giardini: chi annaffierà le piante? Chi effettuerà i necessari interventi di potatura?

Sulla risibilità della nuova trovata della giunta Raggi si è espressa anche la presidente dell’associazione Abitanti del Centro Storico Viviana Di Capua che l’ha definita «un allestimento indecente» sottolineando che «non è certo così che si preserva un’area pedonale e si restituisce decoro. Il Comune prima dovrebbe occuparsi dei rifiuti, riqualificare l’area sacra di largo Argentina e poi rimettere i paletti che delimitavano la piazza e che sono stati distrutti dai vandali».

Vincenzo Fratta

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