AL CPR DI PONTE GALERIA

Immigrati in rivolta
per Internet

 

Ancora migranti al centro dell’ennesimo caso di cronaca, ma il motivo dei disordini lascia sconcertati. Nel Cpr di Ponte Galeria, il Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Roma, scoppia la protesta degli immigrati: pasti migliori e smartphone gratis a tutti è la richiesta.

Il Cpr è gestito dalla Prefettura, mentre la Polizia di Stato è impegnata nel mantenimento dell’ordine. Ma venerdì scorso la situazione è precipitata: una trentina di clandestini hanno scavalcato la recinzione, 18 di questi sono stati ripresi, 12 spariti nel nulla (e uno di loro è seguito dall’antiterrorismo).

La dozzina di insoddisfatti si è dileguata nelle campagne tra la via Portuense e l’aeroporto di Fiumicino, complice anche l’arrivo della notte.

Nel pomeriggio decine di agenti della Celere, il reparto mobile, erano stati inviati al centro del litorale romano per motivi di ordine pubblico, anche perché il rapporto sorvegliante-migranti era pericolosamente basso, di 1 a 20.

Alcune Ong avevano anche manifestato in città e la Polizia ha avuto il suo bel daffare per impedire scontri e disordini.

Alle 19 del 5 luglio è iniziato tutto: scattato l’allarme a Ponte Galeria, con animate proteste degli extracomunitari presenti, egiziani, tunisini, marocchini e gambiani, in tutto 142 ospiti fra uomini e donne.

La sommossa è partita dalle camerate dove è stato addirittura appiccato il fuoco a materassi e lenzuola, mettendo a rischio l’incolumità di tutti, anche degli stessi ospiti dello stabile. Fortunatamente sono intervenuti gli addetti alla sicurezza interna che hanno scongiurato un incendio di grandi proporzioni.

La situazione è attualmente monitorata dal Ministero dell’Interno e dalle Forze dell’Ordine, ma dei 13 fuggitivi ancora nessuna traccia. Come di Internet, del resto.

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