BENI CULTURALI

Chiude il Museo Orientale
di palazzo Brancaccio

 

Nonostante i numerosi ed accorati appelli rivolti al Ministero dei Beni Culturali, sembra che la sede del Museo nazionale d’Arte Orientale di Palazzo Brancaccio sia per essere dismessa. Un minaccioso cartello affisso all’ingresso annuncia la chiusura del Museo dal 1 novembre del Museo in vista di una sua ricollocazione in nuovi locali all’Eur.

Il Museo è stato istituito nell’ottobre del 1957 con decreto del Presidente della Repubblica ed aperto al pubblico nel giugno del 1958. A quel tempo l’Istituto Italiano per il medio ed estremo oriente (Ismeo), la cui collezione costituisce il primo nucleo del museo, vi destinò parte della propria sede. Il museo è poi andato progressivamente estendendosi nel palazzo. Gran parte di quanto esposto deriva da una donazione di oltre duemila pezzi, dal valore di 5 milioni di euro, effettuata a suo tempo dalla signora Francesca Bonardi Tucci, moglie del professor Giuseppe Tucci. Attualmente il Museo custodisce la più importante raccolta di arte orientale italiana, con un patrimonio di oltre 40mila reperti provenienti dal Tibet, dal Nepal, dal Giappone e dalla Cina.

Ancora una volta il Governo italiano penalizza la cultura e l’arte perpetrando l’ennesimo delitto ai danni del patrimonio artistico del Paese.

Negli anni ‘90 i lavori per la messa a norma dell’edificio, che sono costati circa 2 miliardi, hanno riportato alla luce affreschi e arredi occultati nel tempo e hanno visto il recupero architettonico del palazzo, «bene monumentale» esso stesso e cornice ideale per la collezione orientale.

La nuova sede dell’Eur sembra essere costituita da spazi del tutto insufficienti, potendo contare con 3.700 mq contro gli attuali 4.580 mentre le spese di affitto lieviterebbero dagli attuali 761.333 euro a ben 2 milioni e 200mila euro all’anno.

Insomma, si spenderà il triplo per uno spazio grande la metà, visto che i nuovi locali saranno in condivisione con gli archivi di Stato. «E poi – ha scritto Adriano Scianca su «Il Primato Nazionale» – c’è il costo di tutta l’operazione: solo ristrutturare i nuovi locali costerà tra 5 e 10 milioni di euro. I costi di riallestimento sarebbero di circa 1 milione di euro. Il trasporto e l’imballaggio delle opere dovrebbe venire tra 1 milione e 400 mila e 1 milione e 800 mila euro. Del resto la sede di Palazzo Brancaccio è stata radicalmente ristrutturata tra il 1991 e il 1994. Un po’ di anni fa, ma non moltissimi: ora la cifra spesa per quei lavori andrà di fatto perduta. Ovunque la si guardi, la storia sembra folle, e a giustificarla c’è solo un complesso intrigo di affari immobiliari e partite di giro fra ministeri, in cui peraltro non mancano punti oscuri e sospetti».

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