IL CAMPO ROM DI CASTEL ROMANO

Degrado, inquinamento
e corpi di reato

Campo Rom di Castel Romano: degrado, inquinamento ambientale e carcasse d'auto

 

La denuncia presentata dalle consigliere regionali Roberta Angelilli e Chiara Colosimo e rilanciata dai servizi de Le Iene ha acceso i riflettori sul campo Rom di Castel Romano, fra degrado dell’area, inquinamento ambientale e abbondante presenza di carcasse di auto rubate.

Campo Rom di Castel Romano: degrado, inquinamento e carcasse d'autoMessi di fronte all’impossibilità a far finta di niente, Comune di Roma e Regione Lazio hanno cominciato subito a rimpallarsi le responsabilità per i mancati controlli e le iniziative da intraprendere.

La gravità della vicenda ha indotto la presidente di Fdi Giorgia Meloni a riepilogare la situazione del campo Rom di Castel Romano in una lunga lettera pubblicata l’11 luglio dal quotidiano romano Il Messaggero.

«Merita attenzione – scrive Giorgia Meloni – quanto sta accadendo intorno alle tumultuose vicende politiche e giudiziarie del campo rom di Castel Romano. La struttura, nata come ‘villaggio della solidarietà’ in epoca veltroniana e ampliata fino ad ospitare oltre 1200 persone durante le giunte Alemanno e Marino, ha subìto un progressivo degrado fino al definitivo peggioramento nell’agosto dei 2017, con l’esplosione dei due depuratori e la perdita definitiva di efficienza del sistema fognario».

Un gigantesca discarica abusiva

Campo Rom di Castel Romano. Le onnipresenti carcasse d'auto rubate«Da quel momento in poi, l’area si è trasformata in una vera e propria galleria degli orrori ambientali: il perimetro del campo viene oscurato da una gigantesca discarica abusiva, mentre in una vicina scarpata si forma un deposito di carcasse di auto rubate, cannibalizzate e incendiate: dalle lamiere annerite colano oli, benzina e nafta Infiltrandosi, nel terreno nell’indifferenza generale».

«Anche i liquami del campo – denuncia – vengono scaricati nel terreno da tre anni. La zona è infestata dai ratti, con i quali i bambini si sono abituati a convivere. Senza sorveglianza, Castel Romano è diventato l’epicentro di svariate attività illecite, a cominciare dai crimini ambientali, consumati anche attraverso l’accensione di centinaia di roghi tossici, oltre alla ricettazione dei pezzi di ricambio delle auto usate, all’usura, al traffico di stupefacenti».

«Le condizioni di vita interne al villaggio – sottolinea la leader di FdI – si sono talmente deteriorate, anche per effetto del soprusi delle bande criminali che spadroneggiano in quel contesto, da indurre più della metà dei residenti ad abbandonare la struttura, tra il 2019 e il 2020, con una contrazione ancor maggiore della partecipazione alle attività previste peri minori soggetti all’obbligo scolastico».

Lo scontro istituzionale Comune-Regione

I roghi tossici, caratteristica comune ai campi Rom della Capitale «Tutte queste informazioni – ricorda – sono giunte sul mio tavolo grazie ad un dossier predisposto da un gruppo di lavoro di Fratelli d’Italia coordinato da Roberta Angelilli, che intendiamo consegnare alla Commissione bicamerale di inchiesta sulle Ecomafie. Sono queste le premesse della denuncia presentata alla Asl competente da FdI e del successivo incontro con le autorità regionali, che ha poi innescato lo scontro istituzionale tra Comune e Regione sull’ordinanza di sgombero del campo».

«Sgombero che abbiamo richiesto – precisa – anche con una mozione urgente presentata in Campidoglio dal capogruppo di Fratelli d’Italia Andrea de Priamo e firmata dall’intero gruppo. Fino a quel momento nulla di significativo avevano fatto le istituzioni competenti per disinnescare la bomba ambientale di Castel Romano: la prova è il servizio delle Iene del 23 giugno, costruito su una puntuale verifica dei nostri rilievi e che ancora oggi chiunque pub rivedere in rete».

«Quelle immagini – aggiunge Meloni – dimostrano come, meno di tre settimane fa, a Castel Romano non cl fosse l’ombra di un presidio fisso della Polizia Locale, né delle barriere in cemento per impedire il transito delle auto rubate e dei furgoni carichi di rifiuti abusivi, né il minimo indizio di un qualche imminente lavoro di bonifica della discarica».

La discarica che circonda
il campo Rom di Castel Romano

La discarica che circonda il campo Rom di Castel Romano«Intervistata dal giornalista delle Iene Filippo Roma, il sindaco – racconta Giorgia Meloni – dichiarava candidamente di non sapere nulla dell’esistenza di una discarica abusiva a Castel Romano e gli chiedeva di inviarle delle foto per farsi un’idea della situazione. Rimango perciò sbalordita dalla reazione che la prima cittadina ha messo in atto, impugnando l’ordinanza di sgombero regionale, semmai giunta con grande ritardo, anche alla luce delle ripetute segnalazioni già trasmesse nei mesi scorsi dalla As1 competente agli uffici del Campidoglio e alla Prefettura».

E conclude: «Invece di agitare sciabolette giudiziarie, il sindaco farebbe meglio a scusarsi del ritardo con cui ha deciso di affrontare questa situazione e ad accogliere Il nostro appello ad una tempestiva azione finalizzata al ripristino della legalità, preoccupandosi semmai di offrire spunti utili alla Procura per perseguire i responsabili della colpevole inerzia che ha compromesso l’ambiente e l’igiene del campo per anni».

Al quadro descritto da Meloni aggiungiamo due ulteriori notazioni. La prima è che il carattere di deposito di auto rubate, con conseguente inquinamento dell’area, era già ufficialmente noto a seguito di un’ispezione del Gruppo Sicurezza Pubblica ed Emergenziale (Spe) della Polizia Municipale di Roma Capitale effettuato nel giugno 2017.

La seconda nota è squisitamente personale. I nomadi trasferiti nei primi anni Duemila a Castel Romano nelle intenzioni del Campidoglio dovevano essere collocati lungo l’Aurelia, ma tale volontà si scontrò con l’opposizione competente e compatta del Municipio 18 e del sottoscritto che allora ne era presidente. Così l’amministrazione di sinistra dovette «ripiegare» sull’attuale area.

Ogni volta che percorro l’Aurelia non posso fare a meno di pensare con soddisfazione a come sarebbe ridotta oggi la bella campagna romana tra Castel di Guido e il camping Lorium se non avessimo impedito l’insediamento del gruppo Rom poi finito a Castel Romano.

Vincenzo Fratta

 

L’ISPEZIONE DELLA SPE DI ROMA CAPITALE

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