CAMPIDOGLIO

La vivibilità peggiora ma il Sindaco si valuta 7½

 

E’ trascorso un anno dall’elezione di Virginia Raggi a Sindaco di Roma, ma dalla storica affermazione elettorale del Movimento Cinque Stelle del 19 giugno 2016, che vedeva anche la contemporanea conquista di Torino da parte di Chiara Appendino, molta acqua è passata sotto i ponti.

I suoi primi mesi sullo scranno più alto del Campidoglio sono stati molto travagliati. Il Sindaco, anziché risolvere i problemi della città, ha dedicato molte energie ad affrontare i problemi della sua giunta: ci sono stati incidenti, faide interne, dimissioni a catena degli assessori, continue sostituzioni e non ultime le inchieste giudiziarie.

Poi è subentrata la non decisione sulle principali questioni riguardanti il governo della città. L’incompetenza e l’arroganza che ha caratterizzato l’amministrazione pentastellata ha fatto perdere molto consenso al movimento di Grillo, che dai sondaggi risulta oggi a Roma più che dimezzato.

Se non bastasse, nel primo anniversario della sua elezione, Virginia Raggi rischia un doppio processo con le accuse di abuso d’ufficio e falso, per le nomine «irregolari» di due collaboratori, Salvatore Romeo e Renato Marra. La Procura di Roma ha chiuso le indagini preliminari, anticamera della richiesta di rinvio a giudizio.

Il Sindaco, nel fare il bilancio di questo sul primo anno, ha rassicurato tutti i cittadini Romani, assegnandosi un voto superiore alla media, un 7½ per l’operato svolto sino ad oggi, ma soprattutto ha promesso che, per terminare il lavoro iniziato per il bene della Città, non si dimetterà anche in caso dovesse andare a processo.

Sui social network sono fioccate subito le battute, incentrate proprio sul punteggio più alto del «Sette e mezzo» il popolare gioco di carte che, ricordano maliziosi, si compone con due carte: un «Sette» e un «Dieci di denari».

Gerardo Valentini

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